giovedì 10 maggio 2007

Terre di mezzo

Solo il cuore dovrebbe scandire il ritmo della vita. Da quando inizia a battere e la vita comincia a quando smette e la vita se n’è andata.
Ma non è così. Tra quei due momenti c’è una terra di mezzo abitata da infinite cose: sì, ci paiono davvero i n f i n i t e . Eppure sono cose che stanno dentro la pausa tra un battito e l’altro. Anche quelle che ci sembra non finiscano mai o che mai dovrebbero finire nella nostra sete di eternità, all’improvviso svanisco senza lasciare traccia. Non paiono neppure mai esistite. Ci stupiamo che lo siano state e che abbiamo potuto pensare potessero durare più del battito di una ciglia..


Il ritmo del cuore che scandisce la vita non è sempre identico.
Ci sono momenti che il ritmo si fa sincopato, ci pare che tutto funzioni come un giro di danza. L’incoscienza del movimento ci vela anche la musica. Sembra che, addirittura, si possa andare oltre quel ritmo e si è presi da un delirio di potenza, quasi a sentirci autonomi da qualsiasi costrizione padroni del nostro destino.
Ci sono momenti invece che non stiamo più al passo, fatichiamo a muoverci, la musica ci precede, non riusciamo a starle dietro. Annaspiamo. Corriamo senza raggiungerla. Ci manca l’aria. Il ritmo ci sembra vorticoso e lontano dalle nostre possibilità e finiamo col guardare, invidiandoli, altri che danzano, che sembrano presi da quella incoscienza del movimento che anche noi avevamo assaggiato.

Ci sono momenti alla fine che ci riconciliamo col ritmo del cuore. Riprendiamo a sentirlo. Scopriamo di non averlo, per tanti anni, ascoltato. Ci stupisce che sia rimasto quel battito di sempre. Quel battito che, inconsapevolmente, avevamo assorbito nella pancia della mamma. Era lì. Non si era mai mosso. Continuava come un basso continuo a fare il suo lavoro. Misterioso.
Solo il cuore dovrebbe scandire il ritmo della vita. Da quando inizia a battere e la vita comincia a quando smette e la vita se n’è andata.
Ed alla fine di questa terra di mezzo solo il cuore rimarrà.
G.G.

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