sabato 28 giugno 2008

Scherziamo con il tempo

Il tempo innanzitutto trascorre, se proprio si vuole fare i poetici, fluisce.
Brutalmente passa (quasi sempre in fretta), o stringe, per indicare che il tempo che si ha a disposizione per compiere qualcosa sta per finire.
Ma naturalmente si può perdere la nozione del tempo, e quindi non rendersi più conto del suo trascorrere e ciò può avere anche qualche effetto positivo. Oppure perderne proprio tergiversando in qualche modo. Naturalmente chi tergiversa ha bisogno di prendere tempo ed allora si lancia in tante declinazioni: fra poco, poco prima, poco dopo, c’è tempo non c’è fretta o c’è sempre tempo fino al terrificante un attimino (come un tempo compresso) che spero non entri mai nei vocabolari anche quelli più spericolati dietro le “novità” linguistiche. Arriva la dilazione fino al più sgarbato non ho tempo da dedicarti. Naturalmente il suo interlocutore non ha tempo e vuole risparmiare tempo (non volendolo sprecare) perché vuole impiegarlo bene e intende il perdere tempo dell’altro come un rubare del suo. Per lui il tempo dell’altro è troppo e quando lo vedrà finalmente arrivare esclamerà seccato “al tempo”. Ma per i furti di tempo non c’è sanzione né possibile recupero. Il tempo è perduto e al massimo ci puoi scrivere su molto (Marcel Proust).
Per altri non ce n’è mai di tempo, troppe cose da fare. E certamente non si può prendere tempo, nella presunzione di rinviarlo. Oppure non c’è più tempo, c’è un limite e bisogna scegliere poche cose da fare, subito. E si scopre improvvisamente l’essenziale. Naturalmente c’è sempre qualcuno che è fuori tempo, per mancanza di sintonia? Per fortuna c’è chi arriva in tempo almeno si ricorda che c’è un tempo degli altri che va tenuto in conto (soprattutto se è quello del Capostazione).
Col tempo avvengono tante cose: il tempo può essere medico, per chi cova dolore e malattia e si aggrappa ad una speranza, ma anche tiranno, per chi teme il tempo.
Se pensiamo di averlo dimenticato improvvisamente ci accorgiamo quanto ne è passato e non è più il tempo in cui Berta filava.
Alla fine ci arrendiamo alle ingiurie del tempo.
Così scopriamo che il nostro è pur sempre un intervallo di tempo, ecco questa è la definizione più calzante: un intervallo tra due nulla.

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