Le cose (da Elogio dell'ombra, Jorge Luis Borges, Einaudi)
Le monete, il bastone, il portachiavi,
la pronta serratura, i tardi appunti
che non potranno leggere i miei scarsi
giorni, le carte da gioco e la scacchiera,
un libro e tra le pagine appassita
la viola, monumento d'una sera
di certo inobliabile e obliata,
il rosso specchio a occidente in cui arde
illusoria un'aurora. Quante cose,
atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi, (i libri)
ci servono come taciti schiavi,
senza sguardo, stranamente segrete !
Dureranno più in là del nostro oblio;
non sapran mai che ce ne siamo andati.
PS l'aggiunta in corsivo è mia, naturalmente. Borges non avrebbe mai messo i libri tra le "cose"
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Si te veco: me veco. Si mme vire: te vire. Si tu parle, c’è l’eco e chist’eco song’i. Si te muove: me movo. Si te sento: me sento. Si ...
Dureranno se l'uomo non le annienta.
RispondiEliminaForse è per questo che siamo così distruttivi, perchè non sopportiamo che le "cose" possano durare più di noi.
Ciao
Daniele
torno a leggerti con piacere, marina
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