sabato 28 febbraio 2009
Gibigianna e metamorfosi
Emilio Scampini, Metamorfosi da Piccoli canti, 1993
Oggi sono un bel sasso del Ticino,
scintillante di mica, bianco e argento,
e sto giù a levigarmi, a luccicare
sotto il pelo carezzevole dell'acqua,
a godere da sotto il suo passare.
Il sole di giorno mi scalda,
la luna di notte m'incanta.
Irraggiato così, a gibigianna (1),
non so più cos'è un uomo,
e sono lieto di non saperlo.
Bienate, Aprile 1988
(1) scintillìo e/o balenìo di una luce riflessa su specchio e/o acqua.
Pensierino. Esiste una natura senza l'uomo. C'era nella notte dei tempi, ha continuato a macinare millenni senza che occhio d'uomo la osservasse e probabilmente ci sarà anche dopo che l'uomo sarà scomparso, inghiottito da chissà quale catastrofe che si sarà cercata o che arriverà improvvisa dalla profondità delle galassie. Per qualcuno è un pensiero blasfemo (l'uomo è il culmine della "creazione"), per me è semplicemente rassicurante.
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