giovedì 10 giugno 2010

Dal comitato familiari delle vittime della Casa dello studente dell'Aquila


Lettera inviata ad un quotidiano

“Bisogna rispondere, ma con le dovute maniere”.
E’ questa la prima cosa che ci siamo detti noi familiari delle giovani vittime della casa dello studente a fronte delle stupefacenti esternazioni di Berlusconi.
Noi, che abbiamo perso tutto, che non avremo più un futuro perché la morte di un figlio azzera ogni prospettiva, siamo stati e siamo capaci di autocontrollo e di rispetto.
Due atteggiamenti che hanno scandito il nostro percorso di dolore, la nostra richiesta di giustizia.
Atteggiamenti di cui il premier dovrebbe fare largo uso in situazioni estremamente delicate, anziché attaccare, come è ormai consuetudine, la magistratura e accusare coloro che sono stati colpiti da lutti immedicabili e che, forse, si sarebbero potuti evitare, di incontrollabile furia omicida.
Non si può che gridare Vergogna dinanzi a tanta insensibilità e ad un linguaggio profondamente offensivo.
E non si può non pensare che, magari, ci troviamo di fronte ad un gioco sporco, che si fa beffe anche dell’etica istituzionale: utilizzare pretesti, calunnie e sospetti per abbandonare L’Aquila al suo destino. Ma sarebbe veramente troppo e drammaticamente triste, poiché significherebbe usare il nostro dolore.
Berlusconi farebbe bene a leggere la lettera che Bertolaso, Capo della Protezione Civile, in data 5 luglio 2009, inviò a Sergio Bianchi, padre di Nicola, che non c’è più, nella quale al disperato grido di dolore di questo padre risponde:”I morti dell’Aquila potevano non esserci e soprattutto essere molto meno tra i giovani.
Confido in coloro che devono, per loro compito, individuare responsabilità personali dirette, omissioni dolose, irresponsabilità colpevoli, perché è giusto che non si chiami disgrazia o fatalità ciò che poteva essere evitato, ma accetto di essere parte di una classe dirigente che, nel suo insieme, non ha saputo fare ciò che era possibile per evitare lutti e dolori a tante, troppe persone”.
Al premier, inoltre, sfugge un piccolo, non trascurabile dettaglio: gran parte degli studenti che hanno perso la vita, in quella tragica notte, erano “fuori sede”, ossia provenivano dalle regioni limitrofe.
Cosa farà allora? Richiamerà la Protezione Civile anche dalla Basilicata, dalla Puglia, dalla Campania, dal Lazio ecc. ecc.?
09/06/2010 11:51

3 commenti:

  1. Purtroppo al premier non sfugge nulla, in special modo ciò che può colpire coloro che poco riflettono sulla situazione italiana. E' forte perché una gran parte degli italiani ha sempre avuto il debolo per l'uomo forte. Figurati cosa gli interessa dei terremotati, finché ha fatto comodo era lì tutti i giorni a farsi fotografare con l'elmetto, con le infermiere e con i vecchietti a cui dava la sua benedizione, ora che raccoglierebbe anche contestazioni se ne guarda bene di andare a fare un giro in Abruzzo.
    Per onostà devo anche dire che gli abruzzesi si sono dimostrati ingenui, come accadde ai sardi, a dare credito a quest'uomo e ora ne pagano le conseguenze.

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  2. x Gap . Non bisogna farsi prendere dalla spirale della fatalità del successo di Mister B. . E' vero che agli italiani piace l'uomo forte, ma il giorno dopo vanno a sputare a piazzale Loreto.

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  3. quello che sta accadendo è aberrante, quando finirà questo incubo?
    simona

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