martedì 1 giugno 2010

Una volta


Si mangiavano questi fiori di acacia. Gusto un po' allapposo, ma dolciastro che dava un senso di freschezza in bocca. Oggi , appena un bambino si avventasse su un fiore così con propositi culinari avrebbe uno strillo della mamma che lo placcherebbe subito non solo non facendolo gustare, ma pulendo con un profumatissimo fazzolettino "igienizzante" la mano impertinente e temeraria che aveva tentato di coglierlo. Senza contare l'immancabile "amante della natura" che guarderebbe con malcelata irritazione un oltraggio alla natura di un pericoloso cucciolo di uomo.
Mangiare fiori non è mai stata la mia passione, ma non capisco come possa venire appetito di fronte a molte cose che vedo proposte in molti supermercati. E' che ci siamo disabituati a quasi tutti i gusti ed ora mandiamo giù a caso le cose più incredibili.
Quando mio figlio era piccolo lo portavo in giardino e gli facevo toccare e annusare tutti i fiori e si divertiva moltissimo: il tatto morbido della vellutata rosa, le foglie rugose di vite, le tenere margherite e la profumata camomilla che crescevano nel prato davanti a casa, passare la mano nel rosmarino e sentirne il profumo, masticare una foglia di menta o di melissa...
Chissà forse oggi ci manca un po' questo "contatto" vero con la natura (e non parlo di foresta primaria, ma di un giardino all'estrema periferia di Milano.

1 commento:

  1. da piccola mangiavo tanti fiori, ora un po' meno, continuo a succhiare il fiore di borragine perché è dolce al punto giusto. Privarsi del contatto con la natura mi sembra una inutile autocondanna, infliggerla ad un bambino mi appare addirittura criminale

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