mercoledì 19 ottobre 2011

Andrea Zanzotto (1921-2011)


Elegia Pasquale


Pasqua ventosa che sali ai crocifissi
con tutto il tuo pallore disperato,
dov'è il crudo preludio del sole?
E la rosa la vaga profezia?
Dagli orti di marmo
ecco l'agnello flagellato
a brucare scarsa primavera
e illumina i mali dei morti
pasqua ventosa che i mali fa più acuti

E se è vero che oppresso mi composero
a questo tempo vuoto
per l'esaltazione del domani,
ho tanto desiderato
questa ghirlanda di vento e di sale
queste pendici che lenirono
il mio corpo ferita di cristallo;
ho consumato purissimo pane

Discrete febbri screpolano la luce
di tutte le pendici della pasqua,
svenano il vino gelido dell'odio;
è mia questa inquieta
Gerusalemme di residue nevi,
il belletto s'accumula nelle
stanze nelle gabbie spalancate
dove grandi uccelli covarono
colori d'uova e di rosei regali,
e il cielo e il mondo è l'indegno sacrario
dei propri lievi silenzi.

Crocifissa ai raggi ultimi è l'ombra
le bocche non sono che sangue
i cuori non sono che neve
le mani sono immagini
inferme della sera
che miti vittime cela nel seno.

3 commenti:

  1. Grazie per l'omaggio a questo grande poeta.

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  2. Perchè le persone le ricordiamo solo quando non ci sono piu?

    Ciao Guglielmo
    Un abbraccio
    Maurizio

    Cartatadiresche.blogspot.com
    (anonimo per caso)

    RispondiElimina
  3. x Angelo e Maurizio, la poesia è qualcosa di misterioso e raggiunge spazi della nostra coscienza impensabili -:)

    RispondiElimina

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