domenica 30 dicembre 2012

Nostalgia del sècco


Mariangela Gualtieri, Senza polvere senza peso, Einaudi, 2006

Vi guardo ogni giorno.
Misuro i centimetri del secco. Ah!
La vostra chioma tutta chiusa in quella
preghiera d'un verde cupo. La vostra
pacifica punta che indica il cielo.
Un triste merletto la attacca, mangiucchia
il colore, intossica l'aroma leggero
con polveri dure. Vi ricaccia indietro.
Rallenta il tremore circolatorio delle linfe.
La vostra salute io chiedo
all'araldo appostato che mai non si vede
nel suo anonimato d'ascolto.
Che faccia passi nelle piú alte sfere
e vi salvi, creature spossate.

21 agosto 2003

Pensierino. Pucciati come siamo nell'umidità della Valle Padana, pensare al secco (noi diciamo sècco) è un'ancora di salvezza. Il secco della Gualtieri lo conosco bene, è lo stesso che c'è qui nelle afose giornate d'estate: il cielo si fa di argento, non si muove foglia, sembra che tutto sia sul punto di ingiallire dall'afa. Vabbè la Gualtieri ha scritto questa poesia vicino a Faenza, ma la pianura è la stessa anche se forse là si da più valore alla campagna mentre qui, nell'hinterland milanese, la campagna è una risorsa marginale, sempre minacciata da nuova cementificazione, relegata in un angolo accerchiato di spazzatura e cemento. 

giovedì 27 dicembre 2012

Siamo tutti zingari

Da qualche tempo ho una nuova badante rumena per mamma. E' venuta in Italia per permettere ai suoi figli di andare all'università e, con la crisi galoppante anche nel loro paese, non ha trovato di meglio che emigrare assoldata da una agenzia di lavoro rumena che procura le lavoranti ad una identica agenzia italiana. Due settimane di corso in una RSA sulle montagne dell'Ossola in una specie di lagher per anziani e poi via spedite nelle case di Piemonte e Lombardia. Chi, come il sottoscritto, ha vissuto "peripezie assistenziali" di ogni genere, preferisce servirsi di una Agenzia piuttosto che assoldare una badante trovata per caso. In paese c'è una specie di "caporalato" gestito da una possente badante ucraina: basta andare nel suo "ufficio" (una panchina al sole davanti alla chiesa) ed in quattro e quattrotto ti procura quello di cui hai bisogno, bastano due telefonate in Italia o in Ucraina. Naturalmente è lei che decide le tariffe e probabilmente intasca un "pizzo" sui primi stipendi delle donne a cui procura il lavoro.
Inutile dire che l'utente paga una cifra esorbitante per questo servizio fatto attraverso un'agenzia, mentre le badanti prendono stipendi "rumeni". Non so se questo sia del tutto legale, ma tant'è. L'unico vantaggio è che c'è una continuità del servizio garantita dall'Agenzia in caso di malattia o ferie.
Per le feste questa nuova badante che ho in casa ha voluto tornare a casa e, non me n'ero accorto, aveva accumulato nella sua stanza in due mesi una quantità di prodotti. Nella sua logica squisitamente  consumistica ha stipato in cinque enormi valige ogni genere di cibo e mercanzia varia.
Se n'è accorta la mia schiena quando ho dovuto, come potevo fare altrimenti, caricare il tutto sulla mia macchinina per portarla all'autostazione dei bus a Milano. Voleva portare un po' del nostro "benessere" anche al suo paese, dalla sua famiglia. 

La trafila per pesare il bagaglio è stata penosa e poi il trasporto all'ultima pensilina dell'autostazione (non poteva essere altrimenti) mi ha spezzato la schiena definitivamente. 
Vedo due ragazzi che si sono attrezzati con un carrello per il trasporto dei loro pacchi e capisco che sono anche loro rumeni.
Faccio segno alla badante e dico:
- Facciamoci dare il carrello per trasportare le valige.
Mi risponde sdegnata:
- Lascia stare, io non prendo niente da quegli zingari.
La guardo e 
- Siamo tutti zingari.
Mi risponde ancora più seccata:
- Io no. 

martedì 25 dicembre 2012

Dos gardenias para ti & Besame mucio


Dos gardenias para ti
Con ellas quiero decir:
Te quiero, te adoro, mi vida
Ponles toda tu atención
Que seran tu corazón y el mío

Dos gardenias para ti
Que tendrán todo el calor de un beso
De esos besos que te sí
Y que jamás te encontrarán
En el calor de otro querer

A tu lado vivirán y se hablarán
Como cuando estás conmigo
Y hasta creerán que se diran:
Te quiero.
Pero si un atardecer
Las gardenias de mi amor se mueren
Es porque han adivinado
Que tu amor me ha traicionado
Porque existe otro querer.

domenica 23 dicembre 2012

Haiku invernale


Nidia mi invia questo haiku in un commento e non resisto a non pubblicarlo in evidenza.

risale il sole
l e n t i s s i m a m e n t e
sull'orizzonte



venerdì 21 dicembre 2012

100.000€ buttati

Mai avrei pensato, a 62 anni suonati, di dover andare a mettere uno striscione contro l'ennesimo spreco di denaro pubblico. Si proprio oggi, 20 dicembre 2012 c'è ancora (malgrado tutto, senza alcun pudore) l'arroganza della politica che ti impone scelte dall'alto, non discute con nessuno tranne con quelli che oggi si chiamano, con un eufemismo irritante, i "portatori di interessi privati" e, naturalmente, qualche boiardo di stato (senatore o deputato che sia) che fa da sponsor politico. Uno strano sponsor perché non ci mette un euro anzi forse... [la prudenza non mi permette di continuare, sono vendicativi].
Nell'ubriacatura delle spese pre-natalizie, c'è chi preferisce pensare al cenone, ma guai se non si alzasse ancora qualche voce forte e chiara per denunciare queste cose. 

Comunque 

100.000 € buttati
i Cittadini non ringraziano per l'acquisto


mercoledì 19 dicembre 2012

Verso il giorno più corto che ci sia...



Senza accorgermene ho girato pagina. La vita è così: prima svolti e poi, dopo (molto dopo), ti accorgi di aver svoltato l'angolo. E te n'accorgi perché, per un attimo, ti fermi e vedi quell'angolo che hai superato e scopri con malinconia che ti preclude ormai la vista al passato (a quello che credevi) prossimo e che invece ora ti sembra, perdutamente, remoto.  Questa sensazione di distanza, di allontanamento da quello che è stato, mi ha portato inevitabilmente ad un attimo di smarrimento, come se l'oggi si fosse offuscato, perduto in una impalpabile nebbia. Così, ancora una volta, è stato necessario riprendere il filo di quel passato per cercare di riaccendere una luce sul futuro.

venerdì 7 dicembre 2012

L'occhio limpido e imparziale


(Lettera di Cazotte alla Granduchessa) 

Questa sera, mentre passeggiavano in giardino, il Principe Lotario ha detto alla Principessa Ludmilla: «Ecco dunque il paradiso ›. E con la testa sulla sua spalla, la giovane sposa gli ha fatto eco: «Il paradiso ›. Li ho guardati sorridendo benevolo, come un arcangelo che, dopo avere aiutato il Signore a tracciare il giardino dell'Eden, avesse sorriso nel vedere il primo maschio e la prima ƒemmina della specie umana. Ma il grande architetto del paesaggio, una volta finito il suo lavoro, mentre lo contemplava e ascoltava il Gloria e l'Alleluia del suo coro angelico, non avrà provato lui stesso il desiderio di un occhio limpido e imparziale che, al suo fianco, lo guardasse a sua volta, l'occhio di un critico, di un intenditore e di un arbitro? E in tutto il Paradiso, in quale creatura avrà trovato quell'occhio, Madame? Madame - nel Serpente!

Il vostro servo obbediente, ecc.

Karen Blixen, Ehrengard, Adelphi, 1962




martedì 4 dicembre 2012

Sfumature



PS La macchina fotografica non capiva cosa volessi fotografare esattamente. Il fuoco automatico continuava a spostarsi come impazzito: non trovava i suoi 11 punti di fuoco. Come avrebbe potuto trovare quelle sfumature di grigio in continua dissoluzione ? Eppure... 

venerdì 30 novembre 2012

Cataratta, roba per vecchi


Eh si, la cataratta è roba per vecchi. C'è da preoccuparsi ? Se non per la vista (rimangono pur sempre altri 4 sensi) c'è incombente il detto popolare (tipico della nostra cultura cattolica) che "l'occhio è specchio dell'anima" e se lo specchio è appannato che succede all'anima ?
Meglio correre ai ripari e dedicare molto meno tempo a maltrattare gli occhi che sennò l'anima si offende...

lunedì 19 novembre 2012

Albertine

"Che dobbiamo fare Albertine?"
Lei sorrise e dopo una breve esitazione rispose:
" Ringraziare il destino, credo, di essere usciti incolumi da tutte le nostre avventure... da quelle vere e da quelle sognate".
Arthur Schnitzler, Doppio sogno, Adelphi, 1980

Stanley Kubrick - Eyes Wide Shut

Una ragazza dagli occhi splendenti, ridenti, dalle paffute guance opache, con un "polo" nero profondamente calzato sul capo, che spingeva una bicicletta con un dondolio delle anche così dinoccolato, un aspetto e termini di gergo così sfacciati e gridati così forte, quando le passai accanto (tra cui distinsi la frase irritante "vivere la propria vita")
Un istante, mentre passavo accanto alla bruna dalle gote paffute che spingeva una bicicletta, incrociai i suoi sguardi obliqui e ridenti, vibrati dal fondo di quel mondo inumano che racchiudeva la vita della piccola tribu, inaccessibile ignoto in cui l'idea di quello che io ero non poteva certo né giungere, né trovar posto. Tutta attenta a quel che dicevano le compagne, la fanciulla dal "polo" che le scendeva molto basso sulla fronte mi aveva visto nel momento in cui il raggio nero emanato dai suoi occhi mi aveva incontrato?
Marcel Proust, All'ombra delle fanciulle in fiore, Einaudi

Christian Krogh-Albertine i politilægens venteværelse

venerdì 16 novembre 2012

Shazam

Devo dichiarare senza mezzi termini che l'applicazione Shazam (oggi disponibile sia per iphone che per android) è la mia preferita e quella che uso quasi quotidianamente.
Basta scaricarla sul proprio telefonino gratuitamente e avviandola appare questo simbolo. Basta sfiorarlo e fargli "ascoltare" qualsiasi per pezzo di musica (tranne naturalmente il saggio di pianoforte del nipotino !) ed in pochi secondi individua il titolo e da che album è tratto. 
Leggo che  l'applicazione è nata nel 2008 come software completamente gratuito. Il suo compito è rilevare il titolo delle canzoni registrando un campione di 30 secondi. È sviluppato dall'azienda britannica Shazam Entertainment. Nel 2009 viene pubblicata Shazam Encore, una versione commerciale di Shazam, che affianca la versione gratuita. Le ricerche disponibili con la versione gratuita vengono limitate a 5 mensili.
Pubblicità gratis.

mercoledì 14 novembre 2012

Doppio


"Ventiquattro schiavi mori spingevano remando la sfarzosa galera che doveva portare il principe Amgiad al palazzo del califlo. Ma il principe, avvolto nel suo mantello di porpora, se ne stava solo, sdraiato in coperta, sotto l'azzurro cupo del cielo notturno disseminato di stelle e il suo sguardo... ".
La piccola aveva letto fin li ad alta voce; ora, quasi all'improvviso, le si chiusero gli occhi. I genitori si guardarono sorridendo, Fridolin si chinò su di lei, le baciò i capelli biondi e chiuse il libro che si trovava sulla tavola non ancora sparecchiata. La bambina lo guardò come sorpresa.
"Sono le nove,"  disse il padre "è ora di andare a letto". E poiché anche Albertine si era accostata alla bambina, le mani dei genitori si incontrarono sulla fronte amata mentre i loro sguardi si scambiavano un tenero sorriso, che non era rivolto più solo alla bambina. Entrò la governante e disse alla piccola di dare la buona notte ai genitori; lei si alzò ubbidiente, diede un bacio al padre e alla madre e si lasciò condurre docilmente dalla signorina fuori della stanza. Fridolin e Albertine, ora finalmente soli sotto il chiarore rossastro della lampada, ebbero a un tratto fretta di riprendere la conversazione cominciata prima di cena, su quanto era accaduto durante il ballo in maschera il giorno precedente.
Che cosa sono le nuvole?
(1968, Italia) di Pier Paolo Pasolini. 

Questo è l'incipit del racconto di Arthur Schnitzler Doppio sogno ed. Adelphi (comprato su una bancarella in Piazza Duomo a Milano). 
Pare un quadretto famigliare idilliaco, ma di lì a poco scopriremo che è solo apparenza. Prima un ballo in maschera dove moglie e marito fanno incontri misteriosi, poi la reciproca confessione di tradimenti immaginari e infine due sogni (uno del marito ed uno della moglie) che mettono a nudo che appena dietro un grande amore c'era un odio profondo, insanabile, coltivato da infiniti sospetti.

sabato 10 novembre 2012

Firenze in tre parole: omicidio

La terza parola in questo percorso in Firenze è "omicidio" ed è anche questo un viaggio nei quadri visti in questa città.
Il rogo in Piazza della Signoria (Anonimo, 1498, Museo di S. Marco, FI).
Nel 1497 il frate Girolamo Savonarola fu scomunicato da papa Alessandro VI, l'anno dopo fu impiccato e bruciato sul rogo come «eretico, scismatico e per aver predicato cose nuove». Le sue opere furono inserite nel 1559 nell'Indice dei libri proibiti. 
Artemisia Gentileschi. Giuditta con la sua ancella. 1618-19.
Olio su tela cm. 114X93,5. Palazzo Pitti, Firenze
Sagrestia nuova di San Lorenzo, Tomba di Giuliano de Medici, Michelangelo.
Il 26 aprile 1478 Giuliano ancora indisposto per una ferita decide di andare in Santa Maria del Fiore. I congiurati (sicari della Famiglia de' Pazzi) accompagnano Giuliano e verificano che non indossi una cotta di maglia protettiva sotto le vesti e senza il suo "gentile", nome scherzoso con il quale usava chiamare il suo coltello da guerra.
All'elevazione i sicari colpiscono a morte Giuliano mentre il fratello Lorenzo riesce a fuggire attraverso la sagrestia.





giovedì 8 novembre 2012

Firenze in tre parole. Bendato

La senda parola per descrivere Firenze è "bendato".

Bendato.
Devo dire che subito, quando ho visto l'affresco del Beato Angelico in una cella del Convento di San Marco, ho pensato a Guantanamo ed alle file di detenuti privati della vista con un cappuccio sul capo. L'accostamento vi pare scandaloso? Amnesty International ha condotto ricerche dal 1997 a metà 2000 in 195 tra territori e paesi. Torture e maltrattamenti inflitti da agenti di stato sono stati riscontrati in oltre 150 paesi; in più di 70 sono assai diffusi. In oltre 80 paesi queste torture hanno provocato morti. In Italia abbiamo avuto la Scuola Diaz di Genova con i fatti avvenuti durante il G8 nel 2001. Capite? In una scuola praticavano la tortura ed i maltrattamenti, avevano sospeso la legalità, in una scuola, ripeto. Avete ragione è uno scandalo! Non so se ci può consolare la lievità delle sberle che volano su un Cristo, ieratico, assiso sul trono... 

Fernando Botero in una recente mostra (anche a Milano) rappresentava così un bendato di Abu Ghraib. Assai meno ieratico.

martedì 6 novembre 2012

Firenze in tre parole

Ho scelto tre parole per descrivere Firenze e la prima è "ristrettezza".

Ristrettezza

Firenze è innanzitutto una città stretta: non c'è spazio per le case ed i loro abitanti, per i negozi e per gli ambulanti che stanno sul marciapiede davanti, per gli studenti che ci sono e per quelli che verranno, non c'è posto (solo a volte per fortuna !) anche per l'acqua dell'Arno, insomma non c'è spazio per nessuno. Figuriamoci poi quando arrivano le orde dei turisti affamati di cose da vedere e da mangiare e da comprare e da portare a casa come souvenir...
Così ciascuno si arrangia come può.

Motofficina che sfrutta un lungo corridoio

Mercato di Via Canto de' Nelli: le bancarelle chiudono l'accesso ai negozi che sono costretti a mandare personale fuori sulla strada per indicare che dietro ci stanno loro.

Dollari appesi su una casa del centro abbandonata e lasciata crollare. Un vero dispetto per chi soffre la ristrettezza degli spazi.

domenica 4 novembre 2012

Firenze, beata

La visita alle celle del Convento di San Marco è sempre una esperienza emozionante. Qui Giovanni da Fiesole, al secolo Guido di Pietro (Vicchio, 1395 circa – Roma, 18 febbraio 1455), detto il Beato Angelico o Fra' Angelico ha affrescato le celle dei confratelli, ambienti destinati ai monaci e quindi nati per rimanere "privati", con una tale passione da stupire.
Salendo la scala per salire al dormitorio ci si trova di fronte all'annunciazione e questo fa già rimanere a bocca aperta per un bel po'. Poi tutta la sequela delle celle ed in ciascuna la sua parete affrescata.

Foto web



Le tre foto precedenti sono tratte dal sito Italjo

Divieti

- "Niente foto!"
- "Ma , veramente, non uso il flash..."
-  "Niente foto !"
-  "Neanche della lapide che ricorda l'arresto di Savonarola ? "
-  "Niente foto !"

martedì 30 ottobre 2012

Fermare il movimento



John Dunmore - George Critcherson, The Arctic Regions, 1869 .




James Anderson, Le Cascate di Tivoli, 1855





James Anderson, Acrobata in movimento, Museo del cinema di Torino





Etienne-Jules Marey, Salto con l'asta, Museo del cinema di Torino




sabato 27 ottobre 2012

Catturare il tempo

Diego Mormorio, Catturare il tempo, Lentezza e rapidità nella fotografia, ed. POSTCART, 2011. Potete immaginare perché questo libro mi abbia incuriosito. Unisce due argomenti che mi intrigano: la fotografia ed il tempo che passa. 

I primi 50 anni della fotografia sono stati una lotta per catturare l'attimo. La prima foto (Vista dalla finestra Le Gras di Joseph Nicéphore Niépce, 1826-27 che è riprodotto qui sotto), ha infatti avuto un tempo di posa di 8 ore.


Nel 1859 Camille Silvy doveva impiegare ancora qualche minuto (e due o quattro negativi) per le sue splendide fotografie La nebbia e Crepuscolo.



Per la fotografia di figure umane era dunque richiesta una "posa" piuttosto lunga. Come se l'attimo si espandesse per una sospensione del tempo. Agli animali non si poteva chiedere di "fermarsi un attimo", agli uomini si. Mi pare un argomento interessante per un racconto o un romanzo. 

mercoledì 24 ottobre 2012

Sproporzionate macchie sulla carta assorbente


LIVIA CANDIANI

Sbaglierei sempre lettera
e all’amico scriverei
da amante e all’amante
scriverei da sola a solo
sbaglierei sempre proporzioni
tra la fronte e la distanza
dal cuore, scriverei
senza registro come i merli
dopo il temporale. come
se le emozioni si facessero
tacito pane venduto in fila
dal panettiere, come
bisbigliare dentro una lettera
incollare e poi spedire
sussurri. sì, molto meglio stare
in silenzio davanti
al foglio bianco, bianco
come carta asciugante
per sproporzionate macchie.

Pensierino. Quando ho voluto scrivere a qualcuno ho sempre sbagliato le parole e alla fine ho imparato a scrivere e tenere per me quello che avevo messo sulla carta. L'ultima lettera "mancata" l'ho scritta per una persona cara, ma non la riceverà. Così limito i danni e un domani qualcuno si prenderà la briga di buttare tutto, senza rimpianto per quelle parole sbagliate.

PS Ringrazio Shadow per il suo Bordello di poesia.

lunedì 22 ottobre 2012

Rosso, uno spettacolo teatrale


Il testo s'ispira alla biografia del pittore americano Mark Rothko, maestro dell'espressionismo astratto, che alla fine degli anni Cinquanta ottenne la più importante commissione della storia dell’arte moderna, una serie di dipinti murali per il ristorante Four Season di New York. 
Il pittore assume un ragazzo di bottega (anche lui con l'ambizione di diventare pittore) che sfrutta come tuttofare. Non vuole che il ragazzo pensi a lui come maestro (non gli insegnerà che tirare le tele e stendere il fondo dei suoi quadri) o come padre (il ragazzo è orfano dei genitori uccisi tragicamente), ma solo esclusivamente come padrone.  
Il ragazzo di bottega ingaggia con il maestro un fitto dialogo incentrato sul significato della pittura e sulle generazioni di pittori che si susseguono e scontrano. Mark Rothko è un pittore affermato, ma vede avanzare un'altra generazione con idee diametralmente opposte alle sue. L'espressionismo astratto viene contestato dalla nascente pop art.


ROSSO di John Logan
traduzione di Matteo Colombo
regia di Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña
luci di Nando Frigerio
produzione Teatro dell'Elfo
Teatro dell'Elfo Corso Buenos Aires, 33 Milano
Fino al 28 ottobre 2012

sabato 20 ottobre 2012

mercoledì 17 ottobre 2012

Professioni: l'onomaturgo

Mi imbatto su facebook in un signore che di professione fa l'onomaturgo e potete immaginare che la cosa mi ha incuriosito e allo stesso tempo stupito. Questo professionista infatti dovrebbe "creare o coniare nuove parole" ed è sicuramente una professione interessante anche se non so quanto redditizia. Mi ero fermato a Don Milani che sosteneva che “L'operaio conosce 100 parole, il padrone 1000, per questo è lui il padrone”, ma è una citazione "vetero" che è già stata frettolosamente "rottamata". 
Che il nostro vocabolario si sia impoverito è noto (basta pensare che uno dei criteri di scelta dei testi scolastici è la "semplicità" del linguaggio); che sia "arricchito" da parole come "bipartisan", "cartolarizzazione", "esodati" ecc non mi pare migliori la lingua, certamente chiude alla comprensione dentro recinti specialistici (politici, sindacali, professionali); che delle tante parole "in voga" negli ultimi anni alcune siano già sparite è un dato di fatto che certifica il "consumo" (anche) della lingua.  
Quindi ben venga l'onomaturgo e speriamo che come primo obiettivo abbia quello di "scoprire" tante parole abbandonate o desuete del nostro vocabolario lasciando perdere spericolati quanto improbabili "nuovi conii". 

domenica 14 ottobre 2012

Tempo da film

Un we al cinema. Visto il tempo non esaltante, non rimane che rifugiarsi al cinema e, per fortuna, fra poco inizierà anche la stagione teatrale.

Due film: uno di qualche anno fa ed uno recente, tutti e due da vedere...

Saturno contro
Un film di Ferzan Ozpetek. Con Stefano Accorsi, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino, Luca Argentero, Ambra Angiolini.  Drammatico, - Italia 2006
Trama. Una compagnia di amici di lunga data si trova per una cena e arriva, all'improvviso senza essere invitata, la Vecchia Signora.

Appartamento ad Atene
Un film di Ruggero Dipaola. Con Laura Morante, Richard Sammel, Gerasimos Skiadaressis, Vincenzo Crea, Alba De Torrebruna Drammatico, durata 95 min. - Italia 2011

Trama. La vittima dipende psicologicamente dal carnefice. La dinamica di una famiglia greca che si trova un comandante nazista in casa. Soggetto non originale (vedi Il portiere di notte della Cavani), ma sviluppato bene,

venerdì 12 ottobre 2012

Giardino imprigionato

Muro di cinta fotografato non ricordo più dove nella campagna novarese 

Giardino cinese a Venezia (proposto da Giacynta)

Una guida dedicata al mio paese

  Lo scorso anno scolastico ho presentato un progetto alla Scuola secondaria di primo grado (le "medie" di una volta) un progetto ...