sabato 13 luglio 2013

Il mio ultimo lavoro (di cui sono molto orgoglioso...)

Mi a vó via
Emigranti da Buscate tra il 1880 e il 1920
Appunti per una ricerca



Aggrapparsi alla falce o annegare
Questo lavoro è dedicato a quegli sconosciuti migranti che qui non compariranno. Malgrado le nostre
ricerche siano state minuziose ed approfondite, molti di loro sono rimasti anonimi e non troveranno un
posto in queste pagine per gli infiniti errori di trascrizione, perché i loro nomi o paesi d'origine sono
stati storpiati dagli uffici di imbarco e da funzionari spesso non benevoli, forse perché si sono mossi
“clandestini” sfuggendo ad ogni registrazione. Rimarranno così “invisibili” a tutti tranne che nel ricordo
di lontani discendenti che portano quei cognomi.
Eppure, malgrado intere generazioni stiano scomparendo nelle nebbie del tempo, ancora oggi si sente il
peso delle loro infinite sofferenze, prima tra tutte quella di aver dovuto abbandonare la propria terra per
recarsi in paesi lontani e non di rado ostili a guadagnarsi il pane. Sì, è vero, questa terra è stata avara
con loro, una terra matrigna che non ha saputo sfamare i suoi figli, che li ha costretti a trovare mille
espedienti per vivere prima di decidere l'ultima carta: l'emigrazione. Ma era pur sempre la loro terra, la
nostra terra.
Un proverbio lombardo dice che quando uno sta per affogare si aggrappa anche alla falce. Ecco, queste
persone, quando hanno sentito parlare della Mérica, si sono illuminate in volto, hanno sognato di avere
un futuro, c'era una possibilità per la loro vita e l'hanno acchiappata. Molti si sarebbero accorti, dopo,
che si erano aggrappati ad una falce tagliente, ma che alternative avevano?



L'emigrazione (sottovalutata) di casa nostra
Il Mandamento di Cuggiono, costituito già nel regno lombardo-veneto e confermato come articolazione
amministrativa nello stato post-unitario, comprendeva l'area formata dai Comuni di Arconate, Buscate, Busto Garolfo, Castano Primo, Dairago, Inveruno, Magnago, Nosate, Robecchetto, Turbigo, Vanzaghello e Villa Cortese. Quello che oggi chiamiamo il “castanese” in realtà è un'area più ristretta del Mandamento di Cuggiono e non ha mai avuto un ruolo amministrativo unitario, relegato com'è al ruolo di estrema periferia della metropoli. In quest’area del castanese, per complesse ragioni socio-economiche, ha finito per prevalere come capo-zona il Comune di Castano Primo, mentre, dalla formazione dello stato unitario fino al secondo dopoguerra, Cuggiono rivestiva una posizione preminente sia da un punto di vista economico che amministrativo.
Questo Mandamento ha dato un contributo all'emigrazione tra il 1882 e il 1920 di ben 22.000 persone se si tiene conto che nel 1901 erano presenti nei 130 kmq del cuggionese solo 34.371 abitanti. Nei primi sette anni del periodo considerato (dal 1882 al 1889) sono partiti da questo territorio 5.621 persone pari al 3,2% dell'intera emigrazione lombarda.
Occorre quindi sfatare un pregiudizio che l'emigrazione sia un fenomeno prevalentemente meridionale: in realtà fino al 1900 la Lombardia risulta la quarta regione italiana per numero di espatrii dopo il Veneto, il Friuli e il Piemonte.
Questa emigrazione locale avviene nel più generale contesto nazione nel quale dal 1876 alla Grande
Guerra gli espatri di italiani sono oltre 14 milioni a fronte di una popolazione che nel 1861 era di 21,7
milioni di presenti, nel 1881 di 28,5 milioni, nel 1901 di 32,4 milioni e nel 1921 di 37,9 milioni.
Un'altra Italia vive ancora oggi fuori dai confini nazionali.

2 commenti:

  1. A conferma di ciò che dici, l'emigrazione veneta: 3 milioni di Veneti sono emigrati dagli anni Settanta dell'Ottocento fino agli anni Settanta del Novecento...

    Complimenti per il tuo lavoro; se non ricordo male, tempo fa hai pubblicato la storia di una donna emigrata( è nel tuo libro anche lei? )
    :)

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  2. Si Giacynta , c'è anche Giuseppina Croci partita per Shanghai nel 1890...
    ciao

    RispondiElimina

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