domenica 24 agosto 2014

Addio alle armi ?

Leggo per dovere d'informazione, ma senza molto entusiasmo, Addio alle armi dello scrittore statunitense Ernest Hemingway, pubblicato nel 1929. Vorrei fare qualcosa per ricordare la Prima guerra mondiale a mio modo cucendo insieme testimonianze che ho raccolto molto tempo fa e classici di letteratura sull'argomento e quindi non potevo esimermi dal leggere questo libro oltre alle poesie del Porto sepolto di Giuseppe Ungaretti. 
Inutile che vi faccia una graduatoria delle mie preferenze tra la prosa brillante e veloce di Hemingway e la poesia asciutta e dal respiro lungo di Ungaretti. Hemingway pare addentrarsi nella vicenda come se fosse un villeggiante americano in visita in Italia che per caso è in guerra. Poi in poche battute ti mette di fronte alla crudezza della guerra. 

«Chi attaccherà?» chiese Gavuzzi. «Bersaglieri.» «Tutti bersaglieri?» «Credo di sì.» «Non ci sono abbastanza truppe qui per un vero attacco.» «Forse è per distrarre l’attenzione da dove avverrà l’attacco vero.» «Gli uomini, lo sanno che attaccano?» «Non credo.» «Naturalmente no» disse Manera. «Non attaccherebbero se lo sapessero.» «Sì, che attaccherebbero» disse Passini. «I bersaglieri sono scemi.» «Sono coraggiosi e disciplinati» dissi. «Hanno una discreta circonferenza toracica, e sono pieni di salute. Ma sono scemi lo stesso.» «I granatieri sono grandi» disse Manera. Era uno scherzo. Risero tutti. «C’era, tenente, quando non hanno voluto attaccare e li hanno fucilati uno ogni dieci?» «No.» «È vero. Li hanno messi in fila e ne hanno preso uno ogni dieci. Gli hanno sparato i carabinieri... »
«La guerra non si vince con la vittoria. E se anche prendessimo il San Gabriele? Se prendessimo il Carso e Monfalcone e Trieste? A che punto si sarebbe? Ha visto tutte quelle montagne quest’oggi? Crede che possiamo prenderle tutte anche quelle? Solo se gli austriaci smettono di combattere. Una delle due parti deve smettere di combattere. Perché non smettono di combattere? Se scendono in Italia si stancano e se ne vanno. Hanno già il loro paese. Ma no. Invece c’è la guerra.»
L'altro, Ungaretti, parte  così...

FRATELLI
Mariano, il 15 luglio 1916

Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli


Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915

Un'intera nottata 
buttato vicino 
a un compagno 
massacrato 
con la sua bocca 
digrignata 
volta al plenilunio 
con la congestione 
delle sue mani 
penetrata 
nel mio silenzio 
ho scritto 
lettere piene d'amore 

Non sono mai stato 
tanto 
attaccato alla vita 

Ps Inutile dire che ogni suggerimento di qualsiasi tipo (letterari, musicali, film, foto, quadri) sull'argomento) è ben gradito.

4 commenti:

  1. Piero Jahier - Con me e con gli alpini

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  2. Jahler non mi convince: la sua poesia sulla guerra è un po' paternalistica nei confronti dei "poveri fanti e alpini". Comunque grazie per il suggerimento Pierluigi.

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  3. Imperdibile "UN ANNO SULL'ALTIPIANO" DI EMILIO LUSSU
    JONUZZA DEL BLOG
    http://no.blog.kataweb.it

    RispondiElimina

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