sabato 25 ottobre 2014

Periferie

L'Altomilanese (dove vivo) è la periferia della Città Metropolitana di Milano. Si sa, le periferie evocano sempre luoghi abbandonati, leggermente inquietanti, dove si consumano storie tra il boccaccesco e lo squallido. Dove si vivono tutti gli svantaggi di vivere ai margini dello sfavillio dei grandi centri commerciali e culturali. Dove l'unica idea fissa è quella di "andare in città a divertirsi" perché, evidentemente, lì non c'è nulla, una specie di deserto dei Tartari dove una solitaria sentinella osserva un orizzonte sempre vuoto.
Eppure.
Leggo un annuncio su Facebook dell'inizio della stagione operistica a Cuggiono. Cuggiono ? Ma non è quel paesino dove non c'è nulla, nemmeno un centro commerciale o una sala giochi, nemmeno un Bingo ? Non un teatro o un cinema (se non quello del vecchio Oratorio). Si vabbè c'è la Biblioteca comunale, c'è la benemerita attività di un Ecocentro della Valle del Ticino tanto "famoso" da noi quando sconosciuto a 10 km di distanza...
Eppure.
Avevo letto del rinascere delle sale cinematografiche degli oratori, ma non ci credevo molto. Eppure. Eccola qui la sala del nuovo Oratorio di Cuggiono: 100 posti a sedere in splendide poltroncine in velluto rosso, proiezione in HD su piattaforma digitale, uno schermo non "panoramico", ma che garantisce una buona visione, suono stereo in dolby surround di ottima qualità. 
Parte la diretta dal Metropolitan Opera di New York con le Nozze di Figaro di Mozart dirette da James Levine con Ildar Abdrazakov, Marlus Peterson, Peter Mattei.. 
25 persone di pubblico. Ma bastano per gustarsi le 3 ore e 52 minuti di spettacolo.
La "qualità" è accessibile anche nelle periferie.  


"Non più andrai" è una un'aria per basso del 1786 dall'opera di Mozart "Le nozze di Figaro", K 492. Il libretto italiano è stato scritto da Lorenzo Da Ponte basato su una commedia di Pierre Beaumarchais, Le nozze di Figaro (Beaumarchais) (1784). E' cantata da Figaro alla fine del primo atto.

Non più andrai, farfallone amoroso,
 notte e giorno d'intorno girando;
 delle belle turbando il riposo
 Narcisetto, Adoncino d'amor.

 Non più avrai questi bei pennacchini,
 quel cappello leggero e galante,
 quella chioma, quell'aria brillante,
 quel vermiglio donnesco color.

 Tra guerrieri, poffar Bacco!
 Gran mustacchi, stretto sacco.
 Schioppo in spalla, sciabla al fianco,
 collo dritto, muso franco,
 un gran casco, o un gran turbante,
 molto onor, poco contante!

 Ed invece del fandango,
 una marcia per il fango.
 Per montagne, per valloni,
 con le nevi e i sollioni.
 Al concerto di tromboni,
 di bombarde, di cannoni,
 che le palle in tutti i tuoni
 all'orecchio fan fischiar.
 Cherubino alla vittoria:
 alla gloria militar!

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