lunedì 23 febbraio 2015

Film da dimenticare: Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza

"Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza" di Roy Andersson arriva nelle sale e anche nelle Multisale. E' film blasonato  (Leone d’Oro a Venezia 2014) e conclude la trilogia “sull’essere un essere umano” inaugurata con Songs from the Second Floor (2000) e proseguita con You, The Living (2007).
Questa volta si parte con tre incontri con la morte – infarto del marito che stappa la bottiglia con moglie canterina; vecchia in agonia che non molla i gioielli ai tre figli; passeggero esanime su un traghetto con consumazione già pagata – e si procede per una riflessione esistenzialista che salta da Hopper a Bruegel passando per l’Ikea...
Pubblico (poco) e sbigottito si chiede come sia possibile essere andati a vedere un film del genere.
Osannato il regista dalla critica per il suo stile asciutto fino alla disidratazione. 
In sala si strappa qualche risata a denti stretti, ma non ci si lamenta che il film sia corto.


L'insegnate di flamenco che insidia il giovane allievo che non ne vuole sapere

Il piccione impagliato sul ramo del museo, mentre gli altri piccioni
non si vedono e si sentono solo stare il loro tuu tuu


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