domenica 27 settembre 2015

La gola

"La golaccia" di Gioacchino Belli

Quann’io vedo la ggente de sto Monno,
che ppiú ammucchia tesori e ppiú ss’ingrassa,
piú2 ha ffame de ricchezze, e vvò una cassa
compaggna ar mare, che nun abbi fonno,
              
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     dico: oh mmandra de scechi, ammassa, ammassa,
sturba li ggiorni tui, pèrdesce er zonno,
trafica, impiccia: eppoi? Viè ssiggnor Nonno
cor farcione e tte stronca la matassa.
             
     La morte sta anniscosta in ne l’orloggi;
10e ggnisuno pò ddí: ddomani ancora
sentirò bbatte er mezzoggiorno d’oggi.
             
     Cosa fa er pellegrino poverello
ne l’intraprenne un viaggio de quarc’ora?
Porta un pezzo de pane, e abbasta quello.

27 ottobre 1834


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