domenica 11 giugno 2017

Incontri in silenzio

Ricordo che mia madre
entrava nella mia stanza
ed era maggio
e i grilli cucivano la campagna
là lontano.
Nell’aria dolce
come dopo una febbre
stavamo in quel silenzio
che entrava dappertutto.
[Nino Pedretti, Poesie in dialetto romagnolo, Villa Verucchio, 2006, p. 69]

https://youtu.be/JyvXWLYWzx0

8 commenti:

  1. Uno dei pochi luoghi non moderati, ti apprezzo molto. La poesia mi è piaciuta, in alcuni passaggi soprattutto ma la versione in romagnolo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo non l'ho trovata in dialetto romagnolo. Grazie per la visita.

      Elimina
  2. "...stavamo in quel silenzio che entrava dappertutto...".
    Ma che bella immagine! E che senso di intimità, pur senza parole...o forse proprio per quello?

    RispondiElimina
  3. Sai che l'ho trovata in dialetto? Eccola:

    E’ SILENZI

    A m’arcord che la mi ma
    La antrévva tla mi cambra
    E l’era ad maz
    E i gréll i cusévva la campagna
    A là dalòngh.
    Tl’aria doulza
    Cumé dop una févra
    A stémmi ad ch silénzi
    Ch’l’antrévva d’impartott.

    La puoi trovare, assieme a molte altre, pubblicata sulla
    pagina Facebook intitolata al poeta.
    Sai, è così bella che non ho resistito al desiderio di cercarla, di leggerla in questo dialetto così ritmato e pieno di vitalità incalzante. Sarà che, sia pure per motivi strettamente personali(...), amo tanto quella regione d'Italia.
    E, comunque, che bella cosa sei andato a scovare!
    Grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Adoro le lingue "altre" che qualcuno continua a chiamare dialetti come a volerli chiudere in un ambito locale, limitato. Sono invece una ricchezza straordinaria anche per la lingua "ufficiale" che potrebbe trarne giovamento visto l'impoverimento che continua a subire. Grazie a te.

      Elimina
    2. Sono d'accordo, infatti ho usato la parola dialetto per convenzione, perché questa, come le altre, è una vera e propria lingua.
      Purtroppo, il riconoscimento dello status di lingua c'è stato- così credo- solo per il friulano, che viene anche insegnato all'università (una chicca: il maggior docente di friulano è un giapponese, Shinji Yamamoto! Quando l'ho sentito, anni fa, sono rimasta...e non ho potuto fare a meno di fare riflessioni anche un po' amare sulla progressiva perdita di studiosi nativi delle culture "minori").

      Elimina
  4. p.s.: la trovi in un post del 2 maggio 2016

    RispondiElimina

I commenti sono moderati per evitare sgradite sorprese.

Una guida dedicata al mio paese

  Lo scorso anno scolastico ho presentato un progetto alla Scuola secondaria di primo grado (le "medie" di una volta) un progetto ...