giovedì 1 marzo 2018

Parchi di parole


"Bisogna essere sempre più parchi di parole insignificanti per trovare quelle parole di cui si ha bisogno. Il silenzio deve alimentare nuove possibilità di espressione.“

Etty Hillesum (Middelburg, 15 gennaio 1914 – Auschwitz, 30 novembre 1943), è stata una scrittrice olandese di origine ebraica, vittima dell' Olocausto.



Pensierino. Avevo sempre pensato che il racconto fosse la mia misura, In qualche modo potevo ricomprenderlo nella mia testa e quindi capirlo. Invidiavo chi riusciva a racchiudere in poche pagine personaggi, situazioni, paesaggi e sentimenti. Diffidavo della prolissità, del menar il can per l'aia, delle digressioni infinite come delle note a piè pagina e i rimandi continui. L'asciuttezza del pensiero mi piaceva. Ma dove approda tutto questo se non nella poesia ? 

8 commenti:

  1. intanto mi piace il gioco di parole tra il titolo (parchi come aggettivo) e le immagini (parchi come sostantivo, parco del Ticino, suppongo). E immagino che non sia un caso, ma un simpatico vezzo della fantasia.
    poi, nella sostanza, per come la vedo (anch'io sono attratto dall'asciuttezza progressiva della parola scritta) è un percorso che non obbligatoriamente approda alla poesia intesa in senso tradizionale, ma sicuramente a un distillato che ha qualcosa di poetico (prosa poetica?) nelle intenzioni e talvolta anche nel risultato.
    massimolegnani

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    1. Chi bazzica il Ticino lo riconosce...
      Ho fatto un gioco per un piccolo percorso artistico-storico-fotografico-naturalistico nei d'intorni di Torba utilizzando degli haiku, anzi tentando di rimanere nelle 12 sillabe anziché le "canoniche" 17. Per ora c'è solo la poesia, quando avrò anche foto e percorso ciclistico magari lo pubblico. ciao e grazie di aver visitato il blog.

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  2. Sempre avanguardia in tutti i sensi.
    Maurizio

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    1. Ciao Maurizio, hai sempre parole confortanti in questo mare magnum di blog...

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  3. Etty è (non era) una donna immensa.

    La poesia è purezza allo stato puro(la ripetizione è voluta).

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  4. La poesia, più che capita ( nel senso di recensita), va gustata, va goduta. Come un bel quadro, una bella scultura, un paesaggio e ogni " cosa" bella che crei moti d'anima.
    Te lo vado dicendo da mo, ma si vede che " repetita iuvant" .

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