lunedì 16 aprile 2018

lo detesto gli accumuli di parole


Venerdi sera, le sette e mezzo. Oggi pomeriggio ho guardato alcune stampe giapponesi con Glassner. Mi sono resa conto che è così che voglio scrivere: con altrettanto spazio intorno a poche parole. Troppe parole mi danno fastidio. Vorrei scrivere parole che siano organicamente inserite in un gran silenzio, e non parole che esistono solo per coprirlo e disperderlo: dovrebbero accentuarlo, piuttosto. Come in quell'illustrazione con un ramo fiorito nell'angolo in basso: poche, tenere pennellate - ma che resa dei minimi dettagli - e il grande spazio tutt'intorno, non un vuoto, ma uno spazio che si potrebbe piuttosto definire ricco d'anima. lo detesto gli accumuli di parole. In fondo, ce ne vogliono così poche per dir quelle quattro cose che veramente contano nella vita. Se mai scriverò - e chissà poi che cosa? -, mi piacerebbe dipinger poche parole su uno sfondo muto.
E sarà più difficile rappresentare e dare un'anima a quella quiete e a quel silenzio che trovare le parole stesse, e la cosa più importante sarà stabilire il giusto rapporto tra parole e silenzio - il silenzio in cui succedono più cose che in tutte le parole affastellate insieme. 

(da Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Gli Adelphi).


Pensierino. "mi piacerebbe dipinger poche parole su uno sfondo muto", ecco, si.

8 commenti:

  1. da meditare! L'esempio che porta, la stampa significativo: non si tratta solo di usare poche parole, ma di trovare il giusto equilibrio tra detto e non detto, "rendere ricco d'anima" lo spazio vuoto.
    impresa non facile, obbiettivo a cui dovremmo ambire tutti noi che scriviamo.
    massimolegnani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi sa che dobbiamo imparare a lavorare per sottrazione...

      Elimina
  2. correggo: ..la stampa giapponese, è significativo

    RispondiElimina
  3. Come sai sono un'estimatrice dell'estrema sintesi.
    E' così che voglio e che scrivo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rendere "asciutta" la prosa è una bella impresa stando attenti a non impoverirla riducendola slogan o una prosa da twitter a 128 caratteri. Se proprio vogliamo avere un esempio (estremo), possiamo parlare di haiku che malgrado le sue 17 sillabe , tre versi e magari pure una rima, rimane una bella sfida.

      Elimina
  4. belle parole complimenti Guglielmo
    maurizio

    RispondiElimina
  5. Dare spazio alle parole e inserirle in un contorno da riempire di niente è un metodo bellissimo.
    Il respiro della parola in fondo è una delle parti del tratto prosodico più importanti e "sottaciute"

    Bello scritto

    RispondiElimina
  6. Lo spazio, il vuoto sono respiro, vita.Il poco, l'essenziale riempiono.

    RispondiElimina

I commenti sono moderati per evitare sgradite sorprese.

Una guida dedicata al mio paese

  Lo scorso anno scolastico ho presentato un progetto alla Scuola secondaria di primo grado (le "medie" di una volta) un progetto ...