venerdì 12 maggio 2017

L'utopia del mondo di malinconia dove le parole saranno favole

L'Italia riapparirà un giorno, lo sento,
e sarà calma e gentile sotto un cielo celeste, come
qualche secolo fa. Ci saranno giardini, boschi,
belle città. Una popolazione rada e mite
vivrà in questi posti benedetti, e le parole di questo
tempo saranno favole. Avremo allora la malinconia.
Dovremo tenerIa cara. Custodirla in
templi preziosi, e in palazzi lunari come <>,elevarle
nelle campagne monumenti arborei, intestarle
fiumi e segreti corsi d'acqua (che riavremo),
e boschi - e nelle città eleganti accademie,
che saranno riapparse. Nei futuri secoli (molto
gioiosi) della malinconia, badiamo a che le ambizioni
e il lusso siano riconosciuti come quelle
tigri che sono, e la modestia e povera contentezza
della severità imperi. Che non ci siano se non
allievi e maestri di estetica e malinconia, artisti e
artigiani (cioè i più piccoli artisti), e il fare sia discreto, 
appena il necessario (come sedie, casette,
giocattoli e abiti da tre soldi o di un lusso
fantastico del solo colore).

Anna Maria Ortese, Le Piccole Persone, Adelphi, 2016 


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