giovedì 29 agosto 2024

Lettera D'Addio di Gabriel Garcia Marquez

 Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico. Valuterei le cose, non per il loro valore, ma per ciò che significano. Dormirei poco, sognerei di più, essendo cosciente che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce. Andrei avanti quando gli altri si ritirano, mi sveglierei quando gli altri dormono. Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato! Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, e prima di tutto butterei me stesso in fronte al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima. Dio mio se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l’arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna. Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali… Dio mio se avessi un pezzo di vita… Non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni uomo e ad ogni donna che sono i miei prediletti e vivrei innamorato dell’amore. Mostrerei agli uomini quanto sbagliano quando pensano di smettere di innamorarsi man mano che invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi! A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza. Ho imparato così tanto da voi, Uomini… Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata. Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato per sempre. Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi. Da voi ho imparato così tante cose, ma in verità non saranno granché utili, perché quando mi metteranno in questa valigia, starò purtroppo per morire.


Dì sempre ciò che senti e fa’ ciò che pensi. Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti guardo mentre ti addormenti, ti abbraccerei fortemente e pregherei il Signore per poter essere il guardiano della tua anima. Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri. Se sapessi che oggi è l’ultima volta che sento la tua voce, registrerei ogni tua parola per poterle ascoltare una e più volte ancora. Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo, direi “ti amo” e non darei scioccamente per scontato che già lo sai. Sempre c’è un domani e la vita ci dà un’altra possibilità per fare le cose bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò che ci rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò. Il domani non è assicurato per nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l’ultima volta che vedi chi ami. Perciò non aspettare oltre, fallo oggi, perché se il domani non arrivasse, sicuramente compiangeresti il giorno che non hai avuto tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio e che eri troppo occupato per regalare un ultimo desiderio. Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno hai di loro, amali e trattali bene, trova il tempo per dirgli “mi spiace”, “perdonami”, “per favore”, “grazie” e tutte le parole d’amore che conosci. Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi al Signore la forza e la saggezza per esprimerli.

A cura di Andrea Guidi su Alidicarta



domenica 7 gennaio 2024

Una guida dedicata al mio paese

 


Lo scorso anno scolastico ho presentato un progetto alla Scuola secondaria di primo grado (le "medie" di una volta) un progetto chiamato "Guide per un giorno" che aveva l'obiettivo di far conoscere la storia del paese passeggiando per le sue vie, entrando nelle sue chiese e osservando i suoi monumenti. Il progetto è stato ripresentato per l'anno scolastico 2023-24 ed approvato dal Consiglio dei Docenti.

Qualcuno si chiederà " ma che ci sarà di bello da vedere a Buscate?" E potrebbe stupirsi nello scoprire in questo piccolo paese della periferia nord della Città Metropolitana di Milano, tante belle tracce storiche, artistiche e architettoniche.

Immagineresti che a Buscate c'è una tavola attribuita alla scuola di Bernardino Luini?



 

martedì 5 settembre 2023

Al diavolo l'Eden

L'intelligenza si pone ormai chiaramente, in questo tempo di abbaglianti trionfi, non più come rivale della ragione, ma come suo successore e erede. È l'erede. Questo conflitto era già in nuce, secondo alcune leggende e in quanto alla Bibbia, essa è esplicita. L'albero del bene e del male, e l'albero della vita sono stati le prime mire dell'intelligenza. Al diavolo l'Eden, sembra aver detto la famosa Coppia: sapere e dominare è tutto. E il mondo, come lo vediamo oggi, e soprattutto il suo orizzonte, e poi l'odore di bruciato e di carneficina che sale dovunque, dicono che il progetto si è realizzato, l'Eden è abbattuto, l'albero del bene e del male, e l'albero della vita, saccheggiati, si piegano come anime in pena flagellate da una bufera infinita. Questo è stato, dopotutto, il compito della intelligenza, che pure, nella gioventù del mondo, si presentava ornata di infinite attrattive e promesse. La Bibbia, quindi, o è memoria (di una storia che sfugge dalla più ardita immaginazione), o è presagio: di ciò che doveva accadere, ed è accaduto. 

Anna Maria Ortese, Non da luoghi in esilio da Corpo celeste, Adelphi, 1997


Pensierino. Straziante rivelazione che ci pone davanti allo sfacelo del mondo in cui l'uomo (la sua intelligenza) sembrava fosse al centro di tutto. Conclusioni che mi ricordano molto le visioni profetiche di Pier Paolo Pasolini.



venerdì 1 settembre 2023

Recensione non richiesta di "DEP & DAP LEXICON"

Non appena ho saputo che Marina Pierani aveva pubblicato il suo libro "DEP & DAP LEXICON. Lessico di una DEpressa con Disturbi da Attacchi di Panico", l'ho subito ordinato su Amazon.

Con Marina ci scambiamo ogni tanto dei messaggi via web attraverso i nostri blog e qualche mail. L'ho importunata delle volte inviandole dei miei scritti e ha sempre avuto la pazienza di rispondere con parole fin troppo gentili per quei modesti lavori.
Mi aveva incuriosito il suo libro "L'ascoltatrice" (autoprodotto nel 2010 con ilmiolibro.it ed ora ripubblicato anche come e-book) che raccontava la sua esperienza di mettersi su una panchina del parco e ascoltare le storie delle persone che si sedevano accanto. Mi aveva affascinato la sua capacità di tradurre in storie di poche righe la vita di persone non illustri come avrebbe detto Giuseppe Pontiggia. 
La brevità in letteratura per me è un valore: impone dei limiti, costringe alla sintesi e quindi all'essenziale, richiede una disciplina nella scelta delle parole per essere compresi con poco o nulla e lascia spazio alla fantasia del lettore. In questo gusto la mia formazione tecnica mi ha molto condizionato.
Avevo letto sul suo blog (inezieessenziali) di un certo travaglio per decidersi a pubblicare questo piccolo libro e mi chiedevo quali fossero le remore. Ho scartato subito la "civetteria senile" come lei stessa l'ha bollata e quando l'ho letto ho capito subito che queste remore erano del tutto ingiustificate. 
Non sono un lettore veloce, anzi sono abbastanza lento, eppure queste 108 pagine sono volate via d'un soffio.
La scrittura di Marina Pierani è ricca e piacevole e, malgrado il tema sia una specie di scandaglio doloroso della depressione che colpisce la protagonista, il tutto è trattato con una grande leggerezza che a volte strappa delle complici risate.
Non essendo ne un critico letterario, ne tanto meno un letterato, mi posso permettere osservazioni del tutto marginali, se volete anche un po' superficiali.

Non nascondo che ho tenuto a portata di mano durante tutta la lettura il dizionario etimologico e consultato qualche libro di filosofia e di psicologia, tanto il lessico è ricco di lemmi e rimandi. Ho solo evitato di approfondire i termini "farmacologici" accontentandomi di sorridere alla descrizione dei "bugiardini" che ne fa Marina. Questo esercizio di ricerca delle parole che ad altri può sembrare faticoso, per me è uno stimolo per leggere un libro: una lingua ricca che tenti di farci evadere dalla prigione delle 500 parole che siamo abituati ad usare nel linguaggio comune è una benedizione, un vero arricchimento.
Della complessità del mondo interiore femminile non posso che rimanere incantato e un po' in soggezione. Mi pare di trovarmi di fronte ad una cattedrale gotica quando spesso noi uomini siamo abituati a modeste chiesette di campagna. A dire il vero entrambi (la cattedrale e la chiesetta) hanno un loro fascino ed è bene che ciascuno coltivi la bellezza raffigurata dalle ardite guglie dell'una e dalle linee essenziali, pulite e povere dell'altra. La complessità fa bene, comunque.
Il libro è il percorso di una guarigione, precaria, certamente non definitiva, perché nulla è scontato quando si parla di "anima". Un percorso stretto, fatto di parole codificate in una rigida retorica, ma in cui il CASO gioca un ruolo forse essenziale. Che il CASO abbia un nome, Goran è il mistero degli incontri della vita che bisogna solo saper cogliere. Marina l'ha fatto.   



 
   

giovedì 31 agosto 2023

L'ombra lasciata dalla bomba

Alle 8:15 del mattino del 6 agosto 1945, una persona era seduta su una rampa di scale di pietra della Sumitomo Bank di Hiroshima, in Giappone. Pochi secondi dopo, una bomba atomica è esplosa a 250 metri di distanza e la persona seduta sulle scale è stato immediatamente incenerito. Se n'è andato proprio così. Ma non senza lasciare un segno. Da un lampo di raggi di calore con temperature ben oltre i 1.000 gradi o forse 2.000 gradi centigradi, quella persona è stata incenerita sui gradini di pietra.


Cristina Alziati scrive:

L'ombra

"E quell'ombra con la schiena contro il muro
che ascolta guardando nel vuoto
dal fondo della foto
quella chi è, che ti assomiglia?"
"Quella ero io, non ero io
era un'altra, non so, non ricordo".
Non più di un'ombra, quella
- sproloquia l'impostore -
fissata un mattino di agosto
da una bomba per sempre in un muro.



mercoledì 23 agosto 2023

Lettera D'Addio di Gabriel Garcia Marquez

  Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tut...