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giovedì 2 agosto 2012

Chi fotografa il fotografo ?


Il fotografo ha un destino: non figurare mai nelle sue fotografie. O meglio ci può capitare dentro per sbaglio o per un calcolato disegno. Per sbaglio, quando la sua ombra "invade" il campo della fotografia (è capitato anche a me su questo blog e sono stato subito "beccato"). Per calcolo, quando si cerca un gioco di specchi che ribalta la prospettiva della foto. Ho visto su alcuni telefoni che la cosa è stata addirittura "formalizzata" e così si può "scattare" sia davanti all'obiettivo che "dietro". Miracoli o perversioni della tecnologia ?
Rimane il fatto che il fotografo che ama l'immagine, è l'unico che non ha immagine è come smaterializzato dietro all'obiettivo.  
Su questa cosa si potrebbe scrivere un racconto o un romanzo e chissà...

giovedì 5 gennaio 2012

Alla nostra massa corrisponde altrettanta ombra

Tornai con una candela. Un fresco saliva dal buco e mi toccò le gambe nude dei calzoni corti. Scendevo in una grotta. La città sotto ha il vuoto, quello è il suo appoggio. Alla nostra massa di sopra corrisponde altrettanta ombra. E' quella a reggere il corpo della città.

Erri de Luca, Il giorno prima della felicità, Feltrinelli, 2009


Non ho foto delle grotte e caverne di Napoli (c'è un vero percorso sotterraneo e mille accessi)
semplicemente perché da un po' di tempo soffro di claustrofobia
ed il solo pensiero di entrare in un posto così
mi fa saltare giù dal letto, la notte.
E' invece sempre piacevole seguire il bambino Erri de Luca che
passa tra le gambe della statua del re Ruggero il Normanno davanti al Palazzo Reale
e si infila nella grotta dei contrabbandieri.
Pensierino. Appoggiarsi sul vuoto... che c'è di più stabile? 

sabato 9 agosto 2008

L’ombra dell’anima mia di Garcia Lorca

L’ombra dell’anima mia
fugge in un tramonto di alfabeti,
nebbia di libri
e di parole.

L’ombra dell’anima mia!

Sono giunto alla linea dove cessa
la nostalgia
e la goccia di pianto si trasforma
alabastro di spirito.

(L’ombra dell’anima mia!)

Il fiocco del dolore
finisce,
ma resta la ragione e la sostanza
del mio vecchio mezzogiorno di labbra
del mio vecchio mezzogiorno
di sguardi.

Un torbido labirinto
di stelle affumicate
imprigiona le mie illusioni
quasi appassite.

L’ombra dell’anima mia!

E un’allucinazione
munge gli sguardi.
Vedo la parola amore
sgretolarsi.

Mio usignolo!
Usignolo!
Canti ancora?


Madrid, dicembre 1919.


PS (mio)

Si canto, al vento
così gli alfabeti si diradano oltre il tramonto
per raggiungere senza parole l'ora più profonda della notte

Buscate, Ago 2008

mercoledì 30 aprile 2008

J.L. Borges, Elogio dell'ombra

La vecchiaia (è questo il nome che gli altri gli danno)
può essere per noi il tempo più felice.
E' morto l'animale o quasi morto.
Vivo tra forme luminose vaghe
che ancora non son tenebra.
...
Nella mia vita son sempre state troppe le cose;
Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
il tempo è stato il mio Democrito.
...
Posso infine scordare. Giungo al centro,
alla mia chiave, all'algebra,
al mio specchio.
Presto saprò chi sono.

Per una amica

 Ti avevo inviato i miei auguri di buon compleanno il 24 agosto. Erano tre anni che non rispondevi, ma continuavo ad inviarti un mio messagg...