giovedì 25 marzo 2021

Dantedì

 


Ripropongo un vecchio post Dante incontra Beatrice nel XXX Canto del Paradiso

Io vidi già nel cominciar del giorno
la parte oriental tutta rosata,
e l'altro ciel di bel sereno addorno;
e la faccia del sol nascere ombrata,
sì che per temperanza di vapori
l'occhio la sostenea lunga fiata:
così dentro una nuvola di fiori
che da le mani angeliche saliva
e ricadeva in giù dentro e di fori,
sovra candido vel cinta d'uliva
donna m'apparve, sotto verde manto
vestita di color di fiamma viva.
E lo spirito mio, che già cotanto
tempo era stato ch'a la sua presenza
non era di stupor, tremando, affranto,
sanza de li occhi aver più conoscenza,
per occulta virtù che da lei mosse,
d'antico amor sentì la gran potenza.
Tosto che ne la vista mi percosse
l'alta virtù che già m'avea trafitto
prima ch'io fuor di puerizia fosse,
volsimi a la sinistra col respitto
col quale il fantolin corre a la mamma
quando ha paura o quando elli è afflitto,
per dicere a Virgilio: 'Men che dramma
di sangue m'è rimaso che non tremi:
conosco i segni de l'antica fiamma'.
Ma Virgilio n'avea lasciati scemi
di sé, Virgilio dolcissimo patre,
Virgilio a cui per mia salute die'mi;
né quantunque perdeo l'antica matre,
valse a le guance nette di rugiada,
che, lagrimando, non tornasser atre.


Vittorio Sermonti commenta e recita: QUI .



domenica 21 marzo 2021

21 marzo giornata della poesia

 La mia personale scelta.


Il sogno

Quando gli orologi della mezzanotte elargiranno

un tempo generoso,

andrò più lontano dei rematori di Ulisse

nella regione del sogno, inaccessibile

alla memoria umana.

Da quella regione sommersa recupero residui

che ancora non comprendo;

erbe di botanica elementare,

animali un po’ diversi,

dialoghi coi morti,

volti che in realtà sono maschere,

parole di lingue molto antiche

e talora un orrore non comparabile

a quello che può darci il giorno.

Sarò tutti o nessuno. Sarò l’altro

che ignoro d’essere, colui che ha contemplato

quell’altro sogno, la mia veglia. La giudica,

rassegnato e sorridente.


El sueño

Cuando los relojes de la media noche prodiguen

un tiempo generoso,

iré más lejos que los bogavantes de Ulises

a la región del sueño, inaccesible

a la memoria humana.

De esa región inmersa rescato restos

que no acabo de comprender;

hierbas de sencilla botánica,

animales algo diversos,

diálogos con los muertos,

rostros que realmente son máscaras,

palabras de lenguajes muy antiguos

y a veces un horror incomparable

al que nos puede dar el día.

Seré todos o nadie. Seré el otro

que sin saberlo soy, el que ha mirado

ese otro sueño, mi vigilia. La jurga,

resignado y sonriente.

(Jorge Francisco Isidoro Luis Borges)


Bambino

Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia

legalo con l’intelligenza del cuore.

Vedrai sorgere giardini incantati

e tua madre diventerà una pianta

che ti coprirà con le sue foglie.

Fa delle tue mani due bianche colombe

che portino la pace ovunque

e l’ordine delle cose.

Ma prima di imparare a scrivere

guardati nell’acqua del sentimento.

(Alda Merini)


Sul ciglio di due abissi

Sempre sul ciglio di due abissi

tu devi camminare e non sapere

quale seduzione, 

se del Nulla o del Tutto,

ci abbatterà …

(David Maria Turoldo)


I sass dul Tisin

Sculta  i  sass  dul Tisin  quanti storìi

han  girà  ul  mundu

sann  di stori  ca  nanca  imaginum

inn stàa  den  da  la  tera 'n du l'infernu  da  foeugu

sul  fundu  dul  mar in mesu  ai pess

su i  muntagn  incantàa  da  nee

rutulandu  pian pian

ul  tempu  l'é  nien

'n  da  la  vita   d'un  sass  ghé  nò  postu  par  noeun.

I sassi del Ticino. Ascoltare i sassi del Ticino quante storie / hanno girato il mondo / sanno storie che neanche immaginiamo / sono stati dentro la terra nell’inferno di fuoco / sul fondo del mare in mezzo ai pesci / sulle montagne incantate di neve / rotolando pian piano / il tempo non è niente / nella vita di un sasso non c’è posto per noi. 

(Antonio Marchiori)


Sonetto 54 

Quanto più bella appare una bellezza 

quando s’adorna d’una vita piena: 

bella la rosa, e più bella s’apprezza 

per quel dolce profumo che l’invena. 

Rosa canina ha fiamma d’ugual fuoco 

quant’è nel fior di serra, più odoroso: 

pari le spine, pari il lieto gioco 

d’alito estivo al bocciolo ritroso. 

Rosa di campo è bella né pregiata, 

vien disamata in boccio, umile in fiore, 

sfiorisce a sé. La rosa coltivata 

muore soave in suo soave odore: 

così di te, giovane bell’amica, 

sfiorito il boccio, la poesia ridica.

(William Shakespeare)


Voci tempestate 

E tu prendimi, portami con te

come un incendio nelle tue abitudini.

(Mariangela Gualtieri)


Aprile il mese più crudele

Aprile è il mese più crudele, genera

Lillà da terra morta, confondendo

Memoria e desidero, risvegliando

Le radici sopite con la pioggia della primavera.

L'inverno ci mantenne al caldo, ottuse

Con immemore neve la terra, nutrì

Con secchi tuberi una vita misera

.... 

(Thomas Stearns Eliot)


Compagnia

Stamattina mi sono svegliato con la pioggia

che batteva sui vetri. E ho capito

che da molto tempo ormai,

posto davanti a un bivio,

ho scelto la via peggiore. Oppure,

semplicemente, la più facile.

Rispetto a quella virtuosa. O alla più ardua.

Questi pensieri mi vengono

quando sono giorni che sto da solo.

Come adesso. Ore passate

in compagnia del fesso che non sono altro.

Ore e ore

che somigliano tanto a una stanza angusta.

Con appena una striscia di moquette su cui camminare.

(Raymond Carver)


Dolore

Dolore, cane dell'anima.

Mansueto ovunque ci segue, e si nutre

ingordo, della nostra vita.

Nel buio e nel silenzio delle notti

latra.

Brani gli buttiamo per chetarlo

di carne nostra.

Non conosce pietà: mugola e addenta.

(Lalla Romano)


Puntualizzazioni

Il mio stare

- scusate la puntualizzazione -

non è come usa dire oggi

depressione.

E' interrogare

senza speranza di risposta

né - dio ne scampi -

attesa di precisazioni.

(Fabrizia Ramondino)


tic, tac 

tic, tac, tic, tac, tic, tac

l’èi vöida sta sera de stéle spavènte

la splìnderna ‘nsòni de umori da bèn

che i rùdola come lumàte ‘mbriàghe

pogiàde su ‘l stròf senza pànder susùri

de niènt, de negùni, ‘n le fìzze de ‘n tàser

soléo come arnai a la pàissa, a zirondoi,

sul ciel de ‘n mezdì co na ràgia robàda

tic, tac, tic, tac, tic, tac

el sbrèga la not, ciavàdo, ‘l orlòi

mesùre de passi e  batòci smorzàdi

i seména de sbolfri, desidèri che cròda,

la pàlida ombrìa de na luna che möre

‘mpizàndo lumìni su i óri de ‘l bosch

sentà live arènt a ‘ngoràrse stebiàde

lassàde a i mistéri de uno che passa

tic, tac, tic, tac, tic, tac

no ‘l zéde, matìna

no se sfanta la nòt


tic, tac, tic, tac, tic, tac

tic, tac, tic, tac, tic, tac | è vuota la sera di timide stelle | trasloca i miei sogni di umori soavi | che passeggiano come lucciole ubriache | appoggiate sull’oscurità senza un canto | di niente, di nessuno, nelle pieghe del silenzio | leggero come il falco in agguato, in un vortice | nel cielo di un mezzogiorno di un orologio ferito | tic, tac, tic, tac, tic, tac |  e strappa la notte, imbroglione, il rintocco | misure di passi e batacchi smorzati | seminano di vampate, desideri cadenti, | la pallida ombra di una luna che muore | attizzando lumini sui confini tra il bosco ed il cielo | seduto lì accanto ad attendere un refolo caldo | lasciato all’impegno di uno che passa | tic, tac, tic, tac, tic, tac | non smette, è mattina | non dirada la notte.

(Giuliano detto diaolin)






venerdì 19 marzo 2021

Fuga di primavera


Un fiore così precario, che dura un attimo, che basta un filo di vento per farlo tornare scheletrico ramo tra mille altri. Inspiegabile la tua fioritura in una primavera che stenta a venire avanti, col vento gelido che ancora scende giù da quelle montagne che vedi così lontane e che invece fanno sentire la loro presenza.

Eppure mi piace questa tua fuga in avanti, verso la primavera. Vorrei avere questa tua incomprimibile fiducia.


domenica 7 marzo 2021

Gli animali domestici e noi

Non ci sono più i gatti e i cani di una volta: adesso l'atavica lotta tra questi animali sembra si sia persa come se tutte e due le razze avessero capito che non ne vale la pena, possono benissimo convivere senza problemi. Non c'è necessità di lottare per il cibo che gli viene recapitato da premurosi padroni nelle loro ciotole. Non c'è necessità di lottare per un posto al caldo d'inverno, né viene negato loro di uscire, anzi vengono accompagnati. Forse siamo tornati ad una società che tiene in grande considerazione (almeno) gli animali domestici. Forse riusciremo a raggiungere questo obiettivo anche per gli altri animali che continuiamo ad allevare per alimentarci. 
Sarebbe già un ottimo risultato che limitassimo il consumo di carni a 1 o 2 volte la settimana. 


 

Una guida dedicata al mio paese

  Lo scorso anno scolastico ho presentato un progetto alla Scuola secondaria di primo grado (le "medie" di una volta) un progetto ...