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giovedì 20 febbraio 2020
Passeggiate d'inverno
giovedì 22 dicembre 2011
(1200^ post) Ho finito un libro dopo otto anni
Ho finito di leggere oggi un libro che ho iniziato nel 2003, otto anni fa, quando una persona cara me l'ha regalato. Eppure è un testo smilzo, in tutto 51 pagine. "Sarà impegnativo intellettualmente" penserete voi. Per niente, non direi proprio. E' un libro scritto molto piano (nel senso di scrittura scorrevole) e si legge con facilità, senza intoppi. Le note al testo sono pochissime e servono a tradurre le citazioni, in genere, di poesie e quindi non distolgono fastidiosamente dalla lettura. Eppure...
E' vero il libro l'ho abbandonato tante volte: forse mi aveva indispettito questa sua semplicità e la sua filosofia mi era sembrata troppo pragmatica. Eppure ogni tanto lo andavo a ripescare sotto la pila di libri che giacciono sul comodino o sul piccolo tavolino vicino allo scrittoio dove tengo le cose da leggere. Riemergeva e scompariva a fasi alterne come fosse un grande ciclo naturale. E già questo era un fatto straordinario: molti libri, sotto quella pila informe, spariscono e non riemergono più, dimenticati.
La ripresa del libro a distanza di tempo non comportava la perdita del filo del discorso e questo è sicuramente un punto a favore di questo scrittore o meglio si potrebbe pensare che non essendo un romanzo e non avendo una trama, un intreccio da raccontare e portare a conclusione, la ripresa era semplice. Poi naturalmente c'era sempre la possibilità di uscire da qualche incagliamento del testo saltando una pagina, non ditemi che non l'avete mai fatto anche voi. Quindi forse non ho letto neppure tutte le 51 pagine...
Un libro che parla del camminare è già di per sé un libro strano. Che bisogno c'è di parlare del camminare, si deve semplicemente fare e non leggere per trovare una qualche giustificazione a questa attività dell'uomo così naturale e benefica per il fisico e per la mente. Forse questo è uno di quei motivi che mi avevano fatto smettere di leggere il libro, un po' indispettito. Ma si sa gli americani sono fatti così: ti danno il libretto delle istruzioni anche quando compri un martello. Certo posso capirli per il martello: ci sono tanti che utilizzano il martello per scopi assolutamente impropri e, forse, questa precauzione (di fornirle le istruzioni) è necessaria. Ma il camminare che c'entra ? Questa attività è cosa naturale che una volta imparata non si scorda più, al limite nelle estreme età dell'uomo non riuscirai a farlo ancora o più, ma avrai sempre in mente come farlo. Ecco si questo era un buon motivo per mollare quel libro: l'ovvietà è noiosa.
Ma poi perché riprenderlo? Alla fine l'ho capito, ma molto tardi, all'ultima pagina, quando l'ho finito : lo leggevo per la dedica in fondo, scritta a penna, di sole tre parole.
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