Il mio amico Antonio raccontava ieri sera di quando ha cominciato a lavorare a 14 anni in officina a Legnano. Al tempo lui abitava a Castano ed ogni mattina col padre, che lavorava nella stessa fabbrica, prendevano la bicicletta e facevano 15 km per raggiungere il posto di lavoro. Lavoravano nel 1946 12 ore al giorno dalle 7 del mattina alle 19 senza pausa pranzo: a mezzogiorno mettevano la schiescetta e scaldare vicino al forno e poi mangiavano lì sul posto di lavoro. Qualche anno dopo la mamma di Antonio è riuscita a far assumere il figlio a Castano in una importante officina ["si sa che le donne riescono a ottenere quello che vogliono", dice) e lì era festa grande: lavorava "solo" 10 ore al giorno e 8 il sabato, così terminare alle 17.30 era festa grande. Quasi sempre doveva andare a lavorare anche la domenica mattina, ma solo per fare le pulizie dell'officina.
Il boom economico era cominciato e loro, gli operai, ne erano il motore. L'hanno pagato sulla loro viva pelle, con infiniti sacrifici. Poi, molto tempo dopo, è arrivato il tempo dei diritti e delle conquiste sindacali.
I 400.000 imprenditori e le 200 famiglie che governano l'Italia hanno accumulato delle fortune grazie a questo lavoro. Non dovrebbero dimenticarlo quando aprono bocca.
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giovedì 24 giugno 2010
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