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venerdì 24 luglio 2020

A Dio non piace che si rida di lui

Inutile sottolineare mi ha sempre affascinato l'interpretazione di immagini e musiche: questo blog è pieno zeppo di "letture" di questo tipo. Mi rendo conto sempre più che lo stesso avviene anche per la parola scritta, anche quella scientifica che parrebbe quella più netta e precisa (almeno all'apparenza). Alla fine da ciascun libro il lettore trae un "suo" libro.

Pare che alcuni testi siano una fonte inesauribile di interpretazioni sempre più minuziose e sottili. Mi è capitato di recente di sentire durante una conversazione sul sorriso nel Vangelo, di sentir persino  parlare dell'ironia di Dio. Anzi per l'esattezza del fatto che né Gesù né Dio ridano mai. Anzi a volte si stizziscono per il riso degli uomini. Saranno senza ironia?

I due episodi biblici sono noti: uno è quello di Abramo e Sara (Genesi 18, 1-15) e l'altro di Zaccaria ed Elisabetta (Luca 1, 5-25). In entrambe i casi un messaggero di Dio annuncia che gli anziani coniugi avranno un figlio. Nel primo caso è Sara che ride all'annuncio, nel secondo è Zaccaria.
La reazione è stizzita: Sara, che ha riso "dentro di sé", è scoperta dal Signore messaggero di Dio e tenta di negare imbarazzata dalla sua stessa reazione, quando questi le chiede spiegazione; il Signore taglia corto dicendole "Si, hai proprio riso". Sara aveva riso anche immaginando di come avrebbe concepito "avvizzita come sono, dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!". Un orgasmo tra ultra novantenni è cosa ridicola? Da Abramo e Sara nasce Isacco che in ebraico significa "colui che ride" e non è un caso ed è anche una rivalsa.
Nel secondo episodio biblico è Zaccaria che ride all'annuncio dell'Angelo del Signore e la sua incredulità viene subito punita: "tu sarai muto" fino a quando la profezia non si avvererà. Da Zaccaria ed Elisabetta nascerà Giovanni Battista, il Decollato, l'unico Santo che si festeggia nel giorno della sua nascita e non della sua morte.

Immediatamente viene alla mente un altro annuncio, quello dell'Angelo Gabriele a Maria. In questo caso la reazione è di stupore "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". E l'Angelo le ricorda l'episodio di Elisabetta incinta a 90 anni che al momento dell'Annunciazione di Maria è al sesto mese di gravidanza.

Ho già raccontato su questo blog l'incontro di Maria con Elisabetta (la Visitazione) raffigurata in molte opere). Un episodio intimo e fatto di semplici gesti affettuosi e solenni.   

Poche parole ed ecco che si apre un mondo di interpretazioni.


martedì 18 settembre 2018

Ho trovato Dio, o forse no...

In compagnia di Waldo sono entrato
nel bosco e ho trovato Dio.

Forse perché non c'erano
prediche funzioni preghiere
spargimento d'incenso confessioni.

(Franco Marcoaldi, Tutto qui, Einaudi, p. 64)

Pensierino. Non ho un cane e mi aggiro nei boschi (forse) inutilmente.


domenica 25 dicembre 2016

Fare a meno di Dio

E ci sono pure dei credenti che vivono soltanto della loro fede, e il culto diventa fine a se stesso, cosa che ha sempre permesso alle religioni di fare a meno di Dio.

(Romain Gary, Chiaro di donna, Casagrande, 2001)




venerdì 5 luglio 2013

La religione dal cielo vuoto

Una mia amica mi consiglia la lettura di "Cristianesimo - La religione dal cielo vuoto" di Umberto Galimberti.


(…) Smarrite le tracce del sacro, attenuata con l'incarnazione la trascendenza di Dio, il cristianesimo si è ridotto ad agenzia etica, e perciò si pronuncia sulla morale sessuale, sulla contraccezione, sulla fecondazione assistita, sull'aborto, sul divorzio, sul fine vita, sulla scuola pubblica e privata e in generale su argomenti che ogni società civile può affrontare e risolvere da sé.

In questo modo il cristianesimo s'è fatto evento diurno,  lasciando la notte indifferenziata del sacro alla solitudine dei singoli, che un tempo erano protetti  da quei riti e da quelle metafore di base che hanno fatto grande questa religione e così decisiva per la formazione dell'uomo occidentale e che, oggi, senza protezione religiosa, devono vedersela da soli con l'abisso della propria follia, che il sacro sapeva rappresentare e la ritualità religiosa placare (…) 
Umberto Galimberti


Pensierino. "Lasciando la notte indifferenziata del sacro alla solitudine dei singoli". Già ! Chi ha reagito con fastidio alla religione dei riti (per natura ripetitivi e per questo rassicuranti), si è trovato ad abbracciare una religiosità privata, difficile da gestire, lontana dalla "comunità" ed è rimasto (se c'era già prima) nell'inquietudine. L'inquietudine non è sentimento che si possa reggere a lungo: ad un certo punto si deve placare e trovare un nuovo equilibrio. Non è detto che questo equilibrio sia un punto avanti.
Il cristianesimo ha forse vuotato il cielo, ma anche il cuore dell'uomo era già vuoto. 

lunedì 11 giugno 2012

Orto o non orto


Devo dire che non sono portato per i lavori manuali e di bricolage. Le scatole di Ikea con dentro quelle maledette istruzioni e sacchettini di viti e brugole mi mettono addosso una grande frustrazione. Nel giardino mi trovo più a mio agio, ma la mia attività si ferma a semplici operazioni di manutenzione: taglio delle rose e della vite, rinvaso di piante e fiori, innaffiatura, ritocco di qualche siepe e poco altro. Così, quando mi sono deciso di fare l'orto, mi sono tenuto, prudentemente, con un profilo basso: innanzitutto la dimensione (1,50 x 2,20 = 3,3 mq), poi la scelta delle piante (erbe aromatiche, pomodori n.3, sedano n.6, menta, melissa, n.1 pianta di peperoncino) e infine la scelta di aggiungerci dei fiori (viole del pensiero e altri di cui ora mi sfugge il nome).

L'epistolario tra Jean Baptiste La Quintinie (il giardiniere) e l'amico medico Philippe Neuville si sviluppa per lunghi anni sulla dicotomia tra i tempi della storia che sembrano a Philippe incalzanti (ma la resa dei conti è sempre rinviata) e quelli della natura molto più lenti (ma inesorabili negli esiti) di Jean Baptiste.
Tutti, oggigiorno, a somiglianza del Re e della sua amante, diventano pii e appassionati di religione. Mi fanno ridere, quelle persone di cui mi parlate, Jean-Baptiste, e che io stesso incontro talora a Notre-Dame o in altre chiese parigine. La cappella di Versailles, se non mi sbaglio, non è molto lontana dal teatro. Che simbolo! C’è da temere che i più vadano all’una pensando all’altro! Infatti, dovendo mostrarsi a Dio, si pensa prima a mostrarsi agli uomini. E ci si agita, e si commenta, e ci si esibisce, e talora ci si batte. Alla fine si esce dal tempio con gli occhi, il cuore e il cervello umidi, quando l’oratore è stato convincente. Asciutti se, per sventura, ha espresso male il proprio pensiero. Ma l’anima? C’è da scommettere che essa sia rimasta estranea a quel sommovimento dei sensi. Ci si vuole salvare l’anima quando non si pensa che a preservare il proprio corpo, la propria ricchezza e il proprio rango dalla putrefazione prossima ventura. Infatti, ciò che più temiamo non è tanto Dio quanto gli insetti, le pietre e la negra terra che ci terranno rinserrati fino al giudizio universale. Cosa volete che se ne faccia, Dio, di tutti codesti simulacri? Sì, da quando abbiamo messo degli uomini al centro del mondo, ne abbiamo fatto sparire Dio stesso. E sicuramente Lui aspetta. oggi lontano, molto lontano, al di là delle stelle fisse, che finiamo di dissolverci per ricostrulre tutto.”
“No, Philippe, Dio non è così lontano da noi. Forse è fin troppo vicino, e proprio per questo non lo vediamo più. Eppure se ne sta lì in piedi fra i rami della notte, sotto il muschio e nei tronchi degli alberi, in mezzo ai sassi e alle nuvole. Dio si fa beffe del marmo e delle dorature dove gli uomini pensano di venerarlo. Non cercate Dio nelle chiese, Philippe: da un pezzo ha tagliato la corda per una porticina che dà sul mondo. ”
Bibliografia minima (dal mio piccolo armadio-libreria):
Pejrone Paolo, In giardino non si è mai soli, Feltrinelli
Pera Pia e Perazzi Antonio, Contro il giardino, Ponte alle grazie
AAVV, Bestiario ed erbario popolare - il medio Ticino, lamodernanovara, 1988
Pierre Lieutaghi, Il libro delle erbe, Rizzoli
Università di Torino, L'erbario dell'Università di Torino 



   

giovedì 12 aprile 2012

Il libro per eccellenza: il dizionario. Lì tutto è spiegato, anche l'inspiegabile...


Sono un fanatico dei dizionari. E' il solo posto al mondo in cui tutto è spiegato e si ha la tranquillità di spirito. Lì dentro si è completamente sicuri di tutto. Uno cerca Dio e lo trova confortato da esempi, per non lasciare troppi dubbi: essere eterno, creatore e sovrano, signore dell’universo (in questo senso prende la maiuscola), essere superiore all'uomo e che attende alla benevola protezione di tutte le cose viventi, è lì a tutte lettere, basta guardare sotto la D al punto giusto. 
Romain Gary, L'angoscia di re Salomone, Giuntina, 2008


Pensierino. Spiegare l'inspiegabile pare essere un esercizio umano dei più praticati. Ci piacciono le imprese impossibili. E' questa la nostra grandezza (miserabile) e la nostra sfida all'ignoto. 

PS Inutile dire che la provocatrice di questi post è Giacynta con i suoi libri dentro i libri o dentro i film.

venerdì 23 aprile 2010

Cercare Dio nel dizionario

Scrive Romain Gary in L'angoscia del re Salomone:
Sono un fanatico dei dizionari. E' il solo posto al mondo in cui tutto è spiegato e si ha la tranquillità di spirito. Lì dentro si è completamente sicuri di tutto. Uno cerca Dio e lo trova confortato da esempi, per non lasciare troppi dubbi: essere eterno, creatore e sovrano, signore dell'universo (in questo senso prende la maiuscola), essere superiore all'uomo e che attende alla benevola protezione di tutte le cose viventi, è lì a tutte lettere, basta guardare sotto D al punto giusto.

Pensierino. Amo i dizionari in particolare quelli etimologici. Mi piace sapere quale sia il significato della parola, ma anche la sua origine e il suo modo di evolversi anche nel suo senso con esiti (a volte) molto lontani dal significato originario. La lingua infatti si "muove" impercettibilmente facendo nel suo tragitto, come ha ricordato Marina in numerosi suoi scritti, "vittime" illustri o semplicemente "dimenticando" alcune parole. Quello che non cerco è la tranquillità nei dizionari come se lì trovassimo davvero tutte le risposte. Non è così. Non so se si debba esserne contenti o meno, ma non è così. Quello di Gary è un paradosso, evidentemente, che mette a nudo un modo usuale di affrontare la vita che vorrebbe poter trovare una risposta a tutte le domande.

domenica 28 giugno 2009

Carl Gustav Jung, "Ricordi, sogni, riflessioni", BUR, p. 385 e segg.

Non possiamo e non dobbiamo rinunciare a far uso della ragione; e neppure dobbiamo abbandonare la speranza che ci soccorra l'istinto - nel qual caso un Dio ci sostiene contro Dio, così come già comprese Giobbe. Tutto ciò attraverso cui si esprime l'"altra volontà" è materia formata dall'uomo, il suo pensiero, le sue parole, le sue immagini, e tutte le sue limitazioni. Di conseguenza egli ha la tendenza a riferire ogni cosa a se stesso, quando comincia a pensare in termini rozzamente psicologici, e crede che tutto derivi dalle sue intenzioni e da "lui stesso".

Pensierino. Gli Ultimi pensieri della autobiografia di Carl Gustav Jung pubblicata con il titolo "Ricordi, sogni, riflessioni" sono stati una grande scoperta per me. Il mio interesse per la psicologia è di lunga data, intrapreso passando per le fiabe ed il loro simbolismo. L'approdo quasi inevitabile era arrivare a Jung ed i suoi allievi che hanno ampiamente studiato il simbolismo nelle sue più varie accezioni, compreso quello delle fiabe.
Questo ultimo capitolo (che naturalmente consiglio vivamente a chi non l'avesse già letto) sintetizza gli ultimi studi (ultimi anche della sua vita) portati avanti da Jung sulla religione e le simbologie ad essa legate.
Non sono in grado nemmeno sinteticamente di presentare i concetti e le osservazioni fatte da Jung in questo capitolo.
Spero solo di avervi incuriosito.

Pensierino aggiunto. Mi piace questa immagine del Dio razionale contro il Dio dell'istinto. Una battaglia senza esclusione di colpi, sicuramente (Dio ne sa una più del Diavolo!) . Illuminanti sono le riflessioni sul male quale componente "permanente" del bene e quindi com-presente "anche" nella divinità. Mi ricorda un altro libro che ho letto le scorse settimane di Sergio Quinzio, La sconfitta di Dio, anche questo tutto imperniato sulle promesse non mantenute di Dio e sulla incompresibilità del male.

I venti di Mario Vargas Llosa

 Il protagonista di questo libretto di Vargas Llosa si reca una mattina con l'amico Osorio ad una manifestazione contro la chiusura di u...