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lunedì 5 luglio 2010

L'irrilevante è tutto quello che resterà

L'irrilevante è tutto quello che resterà. Compro alla Coop un chilo di albicocche. Diffidente le metto in frigo. La frutta acquistata marcisce nel percorso tra il supermercato e casa. E' frutta italiana, almeno.
Dopo il solito pasto frugale di mezzodì, metto in tavola le albicocche e mi appresto ad avere la solita delusione. Non è così. Le albicocche rivelano, imprevedibilmente, di essere ancora perfettamente mature ed allora...Eccomi bambino sulle piante di albicocche dietro casa che da tempo non ci sono più. Due alberi imponenti che svettavano ben oltre il tetto di una vicina casa. Lì sopra (le piante) passavo interi pomeriggi a giocare saltando da un ramo all'altro e da lì al piccolo cassero degli attrezzi e poi ancora sul tettuccio dei vicini e poi ancora sugli alberi. Quando le albicocche erano ancora verdissime, dure  ed aspre al gusto le addentavo con impazienza. Raramente i frutti arrivavano alla completa maturazione: se ne faceva delle scorpacciate incredibili.
Ecco quel gusto è rimasto nella memoria: aspro, un po' selvaggio ed i denti stridono come se avessero assaggiato un limone.
A distanza di cinquant'anni questo è quello che ricordo.
L'irrilevante è tutto quello che resterà.

I venti di Mario Vargas Llosa

 Il protagonista di questo libretto di Vargas Llosa si reca una mattina con l'amico Osorio ad una manifestazione contro la chiusura di u...