giovedì 29 aprile 2021

Andata e (forse) ritorno nella nebbia

L'Appennino. Come la nebbia. Ti trovi davanti a un sentiero qualunque e vai dritto dove puoi senza pensare. Poi il sentiero lo perdi. Un passo prima era lì. Un passo dopo è finito. E allora ti ritrovi in un luogo qualunque dove non fare un bel niente è tutto ciò che puoi fare. E torni indietro. E vai via.  l'Appennino quello vero comincia proprio lì. Fatto di silenzi. Di distacchi.

Libera, la bambina senza una mano (e forse senza anche un vero corpo) protagonista del libro l'ora del mondo di matteo meschiari (tutto minuscolo), cammina per trovare il Mezzo Patriarca perduto. Si inoltra sulla Via Vandelli, un'antica strada commerciale e militare, realizzata a metà del XVIII secolo per collegare Modena (capitale dell'omonimo ducato) e Massa. Era l'ambito sbocco al mare del Ducato di Modena e Reggio voluto da Francesco III d'Este e progettato e realizzato dall'abate ingegnere, geografo e matematico di corte Domenico Vandelli. 

L'attraversata fantastica dell'Appennino piena di insidie vere o immaginarie conduce alle Porte che collegano in mondo dei vivi con quello del morti e Libera entra in una di queste Porte per avere informazioni sul Mezzo Patriarca scomparso e le viene detto che si trova a Modena. Così Libera si incammina verso la città...

Questo libro è sorprendente per le metafore che propone e le bellissime descrizioni dei paesaggi allo stesso tempo fantastici e reali. Sembra appunto che ti faccia inoltrare in un sentiero conosciuto e poi, per la nebbia che ti avvolge, smarrisci la strada e torni indietro. 



lunedì 19 aprile 2021

La Mennulara

E' morta la serva di casa Alfallipe che tutti chiamavano la Mennulara. Ma era una serva, una "criata" come la chiamavano spregiativamente, che nascondeva tanti segreti di famiglia, della sua e di quella dei suoi padroni. Gli Alfallipe si erano arricchiti acquisendo le terre dei feudatari latifondisti a poco prezzo, ma erano stati incapaci di gestire il loro patrimonio che andava via via assottigliandosi. Così, a poco a poco, si dovettero affidare alla Mennulara che da semi-analfabeta, quanto era considerata, diventava di fatto l'amministratrice del patrimonio familiare.

Alla sua morte e alla conseguente apertura del testamento, si scatena di tutto: gli Alfattipe (4 figli e la madre) si dimostrano incapaci di gestire una situazione che da anni non governano e si sentono "manipolati" dall'abile amministratrice che ha garantito loro una inspiegabile e comoda rendita frutto di una gestione oculata delle proprietà e da misteriosi misteriosi investimenti all'estero.

Al funerale partecipa in modo discreto (ma visto da tutti) un padrino mafioso e le voci di collusione si moltiplicano, come le maledizioni all'indirizzo della serva-amministratrice che aveva fama di carattere forte e un po' brusco. Il fatto che chi pubblicamente parla male della Mennulara venga fatto oggetto di "avvertimenti" (orti arati nella notte, auto riempite di cemento), è un segnale che qualcosa dietro si nasconde e i protettori sono potenti.

Si intrecciano voci, ma nessuno sa realmente che ruolo ha avuto nella famiglia Alfallipe questa Mennulara: serva e amministratrice, amante del padrone e confidente della moglie di lui, analfabeta e fine conoscitrice delle ceramiche della Magna Grecia, vittima di uno stupro e collusa con la famiglia dello stupratore.

Il Medico, l'Avvocato, il Curato, l'addetto alle Poste comunista, i portinai dei palazzi, i parenti, gli avventori del Circolo della conversazione, tutti a chiedersi chi era veramente la Mennulara e piano piano a capire che progetto quella "creata" avesse in mente...

Trama avvincente scritta in modo chiaro.

La Mennulara è il primo romanzo di Simonetta Agnello Hornby. Pubblicato da Feltrinelli nel 2002.


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sabato 10 aprile 2021

Donna da mangiare


Ho finito di leggere "La donna da mangiare", il primo romanzo di Margaret Atwood scritto nel 1965. La Atwood è diventata famosa per il grande pubblico dopo che da un suo -inquietante- romanzo (L'ancella) è stata tratta una serie televisiva. 

La donna da mangiare è la storia di una triangolo amoroso in cui tutti i protagonisti giocano un ruolo che percepiscono essere conforme agli stereotipi correnti (di genere in particolare) e che piccoli e continui segnali alla fine fanno deragliare. Penso che il romando descriva molto bene una situazione dei rapporti tra uomini e donne che è cominciata ad andare in crisi in quegli anni, ma che ancora oggi è tutt'altro che "risolta". Il romanzo si conclude con un "liberi tutti" che non è una soluzione, ma la semplice constatazione che quei modelli erano (e sono) insostenibili e occorre provare strade nuove e per lo più ancora inesplorate.


Una guida dedicata al mio paese

  Lo scorso anno scolastico ho presentato un progetto alla Scuola secondaria di primo grado (le "medie" di una volta) un progetto ...