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GIANNI SCHICCHI ha gabbato i parenti avidi del vecchio Buoso Donati (la scena si svolge a Firenze, Settembre 1, 1299). SCHICCHI, chiamato perché il BUOSO è morto senza lasciare testamento, si finge lui stesso d'essere il moribondo. Viene chiamato un notaio e lui gli detta un testamento per soddisfare le cupidigie dei parenti. Ma nel testamento falso i possedimenti più importanti e ricchi di Firenze SCHICCHI se li assegna con grande disappunto degli eredi e, appena il notaio se n'è andato, scaccia di casa tutti. Questa è ormai la sua casa e dei due innamorati, LAURETTA (sua figlia) e RINUCCIO.
Finale
RINUCCIO
LAURETTA mia, staremo sempre qui... Guarda,
Firenze è d'oro Fiesole è bella!
LAURETTA
Là mi giurasti amore!
RINUCCIO
Ti chiesi un bacio;
LAURETTA
il primo bacio...
RINUCCIO
tremante e bianca volgesti il viso
LAURETTA, RINUCCIO
Firenze da lontano ci parve il Paradiso!
GIANNI SCHICCHI
La masnada fuggì!
…………
Ditemi voi, signori, se i quattrini di Buoso potevan finir
meglio di così? Per questa bizzarria m'han cacciato
all'inferno... e così sia; ma con licenza del gran padre
Dante, se stasera vì siete divertiti, concedetemi voi...
l'attenuante!