Da qualche tempo mi son messo a studiare l'emigrazione dalla parte più settentrionale della provincia di Milano.
La prima domanda che mi sono posto è perché proprio in quest'area sia così forte la xenofobia della Lega Nord e non ho trovato una risposta logica. Ognuno di quei bergamaschi o bresciani o dei miei concittadini della pianura che oggi inneggia alla cacciata dei negri e degli zingari ha avuto padri e nonni emigranti. Sappiamo anche da una abbondante letteratura e soprattutto dalle testimonianze che ancora oggi i discendenti si tramandano, come venivano trattati in Francia, in Germania, in America e in tutte le nazioni dove hanno cercato fortuna. La memoria è cancellata di fronte al pericolo rappresentata dall'invasione messa in atto da questi nuovi migranti dipinti sempre come invasori sudici e lerci perditempo se non come abituali criminali. Inutile sembra raccontare che erano le stesse parole ed atteggiamenti che erano rivolti agli italiani migranti. Eppure basta ormai andare in una qualsiasi scuola ed episodi di xenofobia sono all'ordine del giorno costantemente e questo è un sintomo grave.
Questa area geografica ha dato un contributo all'emigrazione tra il 1882 e il 1920 di ben 22.000 persone, tenendo conto che nel 1901 erano presenti nei 130 kmq del cuggionese solo 34.371 abitanti. Nei primi sette anni del periodo considerato (dal 1882 al 1889) sono partiti da questo territorio 5.621 persone pari al 3,2% dell'intera emigrazione lombarda. Ho calcolato che circa il 10% degli abitanti di ogni paese è emigrato temporaneamente per i lavori stagionali da marzo a ottobre o definitivamente.
Questo dato sfata un pregiudizio che l'emigrazione sia un fenomeno prevalentemente meridionale: in realtà fino al 1900 la Lombardia risulta la quarta regione italiana per numero di espatri ma dopo il Veneto, il Friuli e il Piemonte.
Questa emigrazione locale avviene nel più generale contesto nazione nel quale dal 1876 alla Grande Guerra gli espatri di italiani sono oltre 14 milioni e se arriviamo fino al 1984 gli emigrati italiani diventano 24 milioni. Un'altra Italia vive ancora oggi fuori dai confini nazionali.

Mi vengono i brividi al solo pensiero che le più grandi regioni del nord siano governate da leghisti, ma se questo avviene è perché ci sono ragioni profonde che non si sono capite e alle quali non si è data una risposta convincente.