"Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza" di Roy Andersson arriva nelle sale e anche nelle Multisale. E' film blasonato (Leone d’Oro a Venezia 2014) e conclude la trilogia “sull’essere un essere umano” inaugurata con Songs from the Second Floor (2000) e proseguita con You, The Living (2007).
Questa volta si parte con tre incontri con la morte – infarto del marito che stappa la bottiglia con moglie canterina; vecchia in agonia che non molla i gioielli ai tre figli; passeggero esanime su un traghetto con consumazione già pagata – e si procede per una riflessione esistenzialista che salta da Hopper a Bruegel passando per l’Ikea...
Pubblico (poco) e sbigottito si chiede come sia possibile essere andati a vedere un film del genere.
Osannato il regista dalla critica per il suo stile asciutto fino alla disidratazione.
In sala si strappa qualche risata a denti stretti, ma non ci si lamenta che il film sia corto.
L'insegnate di flamenco che insidia il giovane allievo che non ne vuole sapere |
Il piccione impagliato sul ramo del museo, mentre gli altri piccioni non si vedono e si sentono solo stare il loro tuu tuu |
Un film corto ..strano
RispondiEliminaMaurizio