La onorevole discorsività degli atti finiti, dei bei pensieri distesi, come mutande ad asciugare al sole, non è se non ordinaria pratica, non è creazione, non è euresi (*), ma godimento, ripetizione e profitto. Perciò l'abitudine, la cara abitudine, "le mie care abitudini", erano il bozzolo prediletto dove s'imbozzolavano tutti della famiglia...
Graffiante come sempre l'Ingegnere sulla famiglia borghese chiusa nei suoi rituali che fingono socialità, intimità, fraternità, ma che vogliono solo perpetrarli (i rituali, le abitudini) in eterno, immutabili, vuoti, freddi...
(*) Euresi. E' un termine gaddiano che non esiste sui vocabolari e che può essere definito come segue: esiste una tensione naturale che spinge la materia ad accedere a livelli di complessità sempre maggiore, ad organizzarsi in un sistema di relazioni sempre più ampio, ad apprendere una forma di unità sempre più inclusiva.
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