(Liberamente copiato da qualche parte)
La presenza ebraica a Ferrara precede di secoli l'istituzione del ghetto. Quando esso fu imposto nel 1627 circa 1.500 ebrei vivevano a Ferrara. La chiusura del ghetto durò oltre un secolo. Le porte che l'occupazione francese aprì nel 1796 si richiusero nel 1826, anche se con regole meno rigide, fino all'unità d'Italia del 1861. Anche dopo la sua chiusura, il ghetto rimase il centro della vita della comunità ebraica di Ferrara, che Giorgio Bassani ha immortalato nei suoi romanzi, Il giardino dei Finzi Contini e Cinque storie ferraresi.
Bassani ha cominciato a scrivere la prima delle Storie ferraresi all’età di 21 anni, nel 1937, le ha pubblicate nel ‘56, dopo 20 anni, e la loro stesura definitiva è del 1980 (dopo più di 40 anni!).
Per parlare delle Storie ferraresi parto da una affermazione di Giorgio Bassani:
Come narratore, la mia ambizione suprema è sempre stata quella di risultare attendibile, credibile, insomma di garantire al lettore che la Ferrara di cui gli riferisco è una città vera, certamente esistita.
Lo scrittore ha sempre dichiarato il suo legame segreto con la città che lo ha visto nascere, crescere da bimbo, da ragazzo e da uomo:
Finii verso sera sulla Mura degli Angeli dove avevo passato tanti pomeriggi dell’infanzia e dell’adolescenza; e in breve, pedalando lungo il sentiero in cima al bastione, fui all’altezza del cimitero israelitico. Ed ecco, guardando…al vasto paesaggio urbano che mi si mostrava di lassù in tutta la sua estensione, ad un tratto mi sentii penetrare da una grande dolcezza, da una pace e una gratitudine tenerissime. Il sole al tramonto, forando una scura coltre di nuvole, bassa sull’orizzonte, illuminava vivamente ogni cosa: il cimitero ebraico ai miei piedi, l’abside e il campanile della chiesa di San Cristoforo poco più in là, e sullo sfondo, alte sopra la bruna distesa dell’abitato, le lontane moli del Castello Estense e del duomo. Mi era bastato ritrovare immutato il volto materno della mia città, riaverlo ancora una volta tutto per me, perché quell’atroce senso di esclusione che mi aveva tormentato nei giorni scorsi cadesse di colpo.
L'Italia ha molti bei posti come questi! Grazie per aver condiviso. Saluti Guglielmo.
RispondiEliminatu ti definisci flaneur...dalle mie parti ti definirebbero "girabiccos" (biccos = vicoli, strade). grazie della condivisione, bellissimo il Battistero. ciao!
RispondiEliminaNon ho mai visitato questi luoghi...l'ultima foto mi piace molto, bravo.
RispondiEliminaNei posti da visitare in primavera o in autunno...d'estate mi sa che c'è molta gente...
RispondiEliminagrazie a tutti per i commenti...