Devo dire che nella scelta o scoperta dei libri mi lascio un po' guidare dal caso. Non essendo un bibliofilo ed avendo di fronte solo il mare magnum della produzione libraria, forse questa è una scelta inevitabile. Nel solito teatro di periferia a Milano "incontro" La terra desolata di T.S. Eliot recitata da una bravissima attrice Annig Raimondi. Così ricordo di avere nella libreria della poesia in camera proprio la traduzione del poeta riconosciuta più "autentica", quella di Roberto Sanesi. Il Sanesi infatti ha avuto (addirittura) la fortuna di avere dallo stesso Eliot il placet per la sua traduzione.
Il mondo di questo poema è poi quello che sta più nelle mie corde e quando sento parlare di Ramo d'oro, di tarocchi, di Metamorfosi, di miti e via cazzeggiando per strade fantasiose ed impalpabili, vado in estasi.
Il testo è oscuro e non di facile lettura, per di più usa un linguaggio poetico che di per se è tutt'altro che razionale. Un'amica mi sgriderebbe subito dicendomi che la poesia non si deve capire, ma sentire. E' più vicina ad un pezzo musicale che ad un romanzo.
Risultato? Eccomi a casa a rispolverare la raccolta di poesia di Eliot nella traduzione di Sanesi...
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desidero, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.
L'inverno ci mantenne al caldo, ottuse
Con immemore neve la terra, nutrì
Con secchi tuberi una vita misera
....
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ti si vede: leggi, ascolti musica, fai passeggiate, fotografi e rifletti. Chissà se disegni.
RispondiEliminamarina
Niente disegni, Marina. Ciao
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