Amici mi invitano, durante il Carnevale, ad una cena. Il posto è una cantina del centro storico, naturalmente non riscaldata (e siamo a 500 mt. di altitudine sul livello del mare).
La cena è rigorosamente maschile (le donne hanno preferito starsene al caldo a casa).
L'antipasto è a base di salsiccia conservata e olive sotto sale. Poi si passa al primo a base di "Sos Pizzottos" ...gnocchi di semola serviti con sugo di pomodoro e carne, conditi con abbondante formaggio. Di secondo, Ghisadu (Spezzatino) ...polpa di Bue Rosso (o di pecora come in questo caso) a pezzetti grossolani, olio di oliva, cipolle e uno spicchio d’aglio. Sfumare con mezzo bicchiere di vino rosso, far cuocere lentamente aggiungendo del brodo di carne.... unire, la polpa di pomodori (molta perché il risultato è uno spezzatino in salsa), condire con sale pepe, una foglia di alloro e un rametto di prezzemolo. Poi si passa ad un piatto a base di frattaglie di maiale (orecchie, musetto, zampetta) in gelatina icidulata. Può mancare del formaggio ? "Su Casizolu"...è un formaggio utilizzato da sempre nella cucina del paese e si consuma sia fresco che stagionato. Fresco viene utilizzato soprattutto nei primi e nei dolci. Potevamo finire senza il dolce ? "Cululzones de mendula" (Ravioli di Mandorle)... semola fina, strutto, mandorle sbucciate, limone.
Il tutto innaffiato da vino rosso di produzione locale (un po' aspro, ma schietto) e un caffè con grappa di Vernaccia.
Interessante è la tradizione legata al formaggio "Su Casizolu" che ha la caratteristica forma a pera con il "picciolo" legato. Guai a tagliare questa parte del formaggio perché la sua forma identifica chiaramente chi è il produttore e tagliarlo può creare degli equivoci: può voler dire (se lo tagli tu) che quello è un formaggio rubato e che quindi chi lo offre è un ladro o al contrario se ti viene offerto il picciuolo tagliato sei tu un ladro. Nel mondo pastorale il formaggio era un elemento fondamentale dell'alimentazione e dell'economia. Il picciolo del formaggio deve essere l'ultimo "boccone" che si mangia e dicono sia il più buono.
In tavola non ci sono coltelli perché ciascuno, al momento giusto, estrae il suo coltello a serramanico con il manico che può essere in corno, di muflone o di bufalo, o in madreperla e l'anello in oro o in argento, la lama in acciaio damascato. In dialetto il coltello ha un nome al femminile: la resolza o arresoja, ma non per questo è meno pericoloso.
Non essendo attrezzato con un coltello, ho dovuto usufruire di un coltello "prestato" e da questo tutti hanno capito che ero uno del continente e non mi hanno guardato con diffidenza.