Ricordo che mia madre
entrava nella mia stanza
ed era maggio
e i grilli cucivano la campagna
là lontano.
Nell’aria dolce
come dopo una febbre
stavamo in quel silenzio
che entrava dappertutto.
entrava nella mia stanza
ed era maggio
e i grilli cucivano la campagna
là lontano.
Nell’aria dolce
come dopo una febbre
stavamo in quel silenzio
che entrava dappertutto.
[Nino Pedretti, Poesie in dialetto romagnolo, Villa Verucchio, 2006, p. 69]
https://youtu.be/JyvXWLYWzx0
Uno dei pochi luoghi non moderati, ti apprezzo molto. La poesia mi è piaciuta, in alcuni passaggi soprattutto ma la versione in romagnolo?
RispondiEliminaPurtroppo non l'ho trovata in dialetto romagnolo. Grazie per la visita.
Elimina"...stavamo in quel silenzio che entrava dappertutto...".
RispondiEliminaMa che bella immagine! E che senso di intimità, pur senza parole...o forse proprio per quello?
Emozioni sempre..
RispondiEliminaMaurizio
Sai che l'ho trovata in dialetto? Eccola:
RispondiEliminaE’ SILENZI
A m’arcord che la mi ma
La antrévva tla mi cambra
E l’era ad maz
E i gréll i cusévva la campagna
A là dalòngh.
Tl’aria doulza
Cumé dop una févra
A stémmi ad ch silénzi
Ch’l’antrévva d’impartott.
La puoi trovare, assieme a molte altre, pubblicata sulla
pagina Facebook intitolata al poeta.
Sai, è così bella che non ho resistito al desiderio di cercarla, di leggerla in questo dialetto così ritmato e pieno di vitalità incalzante. Sarà che, sia pure per motivi strettamente personali(...), amo tanto quella regione d'Italia.
E, comunque, che bella cosa sei andato a scovare!
Grazie!
Adoro le lingue "altre" che qualcuno continua a chiamare dialetti come a volerli chiudere in un ambito locale, limitato. Sono invece una ricchezza straordinaria anche per la lingua "ufficiale" che potrebbe trarne giovamento visto l'impoverimento che continua a subire. Grazie a te.
EliminaSono d'accordo, infatti ho usato la parola dialetto per convenzione, perché questa, come le altre, è una vera e propria lingua.
EliminaPurtroppo, il riconoscimento dello status di lingua c'è stato- così credo- solo per il friulano, che viene anche insegnato all'università (una chicca: il maggior docente di friulano è un giapponese, Shinji Yamamoto! Quando l'ho sentito, anni fa, sono rimasta...e non ho potuto fare a meno di fare riflessioni anche un po' amare sulla progressiva perdita di studiosi nativi delle culture "minori").
p.s.: la trovi in un post del 2 maggio 2016
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