Ogni notte giacevano tremando dal freddo, ma non più comunicativi, nella loro infelicità, di un paio d'imposte sbattute dal vento. A volte molti giorni o settimane passavano senza parole. Non erano proprio vecchi avevano appena cinquant'anni, eppure, le loro vite erano piene di stanchezza, di una profonda assenza del bisogno di parlare, di una miseria che forse Ii legava come un disastro troppo grande per essere messo in discussione ma che tuttavia Ii lasciava separati e senza alcun desiderio di comprendersi. Forse, tanti anni prima, quella lunga abitudine al silenzio poteva essere stata propiziata da un momento di collera o passione. Oggi chi avrebbe saputo dirlo?
(da Eudora Welty, Una coltre di verde, La sirena, Racconti edizioni, 2017)
Sottile piacere del bello
RispondiEliminaGrande Guglielmo
Maurizio
Mi fa venire i brividi solo a leggerlo.
RispondiEliminaMeglio una buona solitudine, ma per quella ci vuole coraggio, un coraggio che non scofini nella follia, sennò diventa un'altra cosa...
Pare che amore e disamore siano divisi da una linea impercettibile, un po' come capita tra "normalità" e follia... forse, semplicemente, la materia (amore o follia) ci sfugge...
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