Tornai con una candela. Un fresco saliva dal buco e mi toccò le gambe nude dei calzoni corti. Scendevo in una grotta. La città sotto ha il vuoto, quello è il suo appoggio. Alla nostra massa di sopra corrisponde altrettanta ombra. E' quella a reggere il corpo della città.
giovedì 5 gennaio 2012
Alla nostra massa corrisponde altrettanta ombra
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uhmmm si è possibile, il vuoto è più stabile di qualsiasi altro artificioso compromesso, all'apparenza solido ma fragile e sbilanciato.
RispondiEliminaLeggevo in un blog molto particolare e di difficile lettura, che il tutto è niente e di conseguenza il niente è il tutto.
Bé, se questo è vero, il vuoto può essere il più solido dei sostegni.
ps: anche io soffro di claustrofobia, non a livelli patologici, ma insomma, lì sotto...brrrrrrrr....non so se entrerei nemmeno per scommessa, pur affascinata da queste cose.
Bè, può essere un'idea con il suo fascino. Un fascino che sento come quello che tu senti per le grotte... :-) La poca conoscenza che ho delle cose mi porta a dire che la massa d'ombra che sostiene le città è ben consistente - frane a parte. La Terra, Mamma, è consistente. Viaggia nel vuoto? No, mi dice la mia poca conoscenza, non è vuoto, è un pieno, rarefatto, molto arioso, ma più o meno pieno. Sono ignorante, lo so, è partito preso. Ma il vero vuoto dovrebbe essere quello dei buchi neri, no?, dove, si narra, mi sembra di aver sentito, forse l'ho letto in qualche libro di favolacce, da piccolo? l'uomo nero che porta via i bambini? il buco di vuoto nell'essere che porta via l'anima? no, no, nulla si poggia sul nulla, tutto si poggia su qualcosa, e solo questa è la nostra vita: percezione e memoria di qualcosa - il vuoto assoluto può essere solo un'idea nata dal pensiero verbale, o una brutta paura.
RispondiEliminaPerché Rom ci decrebbe essere sempre qualcosa... Il vuoto ci fa paura? Lo temiamo come assenza o scomparsa di qualcosa che prima c'era ? Eppure il vuoto ci fa apprezzare il pieno, se fosse mezzovuoto apprezzeremmo a metà anche il pino. Non ti pare?
RispondiEliminaCi vuole il vuoto, ammappelo, se ci vuole ! Sennò anche il pieno sarebbe mezzovuoto...
Si, forse apprezzeremmo meglio anche il pino ! Ma va...
RispondiEliminaCerto, sono d'accordo. Il silenzio fa parte della musica, il vuoto fa parte della realtà, della materia. Volevo dire, e l'ho fatto male, che c'è vuoto e vuoto. C'è un vuoto di riposo, che fa parte dell'essere, e c'è un vuoto "inventato", prodotto dal pensiero verbale, forse a sua volta prodotto di una pulsione distruttiva di annientamento, in cui non c'è percezione di un'assenza di materia - che la scienza dice apparente assenza, la materia c'è ma non è percepibile - non c'è nulla - anzi, credo dovremmo pensare: c'è nulla, e questo nulla è prodotto dalla nostra mente. Come alcune delle nostre paure.
RispondiEliminaIl vuoto è un concetto relativo. Nella cultura orientale il vuoto è indivisibile dal pieno e sta alla base di ogni cosa. Il vuoto è possibilità, è dinamismo, è potenzialità, è qualcosa che sta per realizzarsi. Il vuoto, l'assenza, il silenzio è attenzione, è ascolto dell'altro, della natura, delle cose. Il non essere è solo un aspetto, una componente dell'essere. Nella nostra cultura occidentale, invece, il vuoto ci fa paura. Horror vacui, per l'appunto. ;))
RispondiEliminaP.S. Io farei subito quei percorsi sotterranei di Napoli, mi lancerei con un paracadute da un aereo. Il fascino del vuoto ;))
Sottoscrivo Horror e non andrei per il sottile tra culture diverse. Il calderone si sta mescolando e nulla ci vieta di pescare a destra e a manca, a oriente come a occidente.
RispondiEliminaPer il paracadute non ti seguo, sei la solita spericolata ! -:)))
Le contaminazioni mi piacciono. Non a caso, nel mio profilo, così mi definisco: "Sono una minimalista perché ritengo sempre validi i principi del rasoio di Occam, ma so pure che, a volte, "la curva è la più graziosa distanza tra due punti" (Mae West).
RispondiEliminaBuongiorno Guglielmo :))