martedì 24 aprile 2012

Deja-vu



La sensazione del “deja-vu” non si spiega in altro modo: tutta l’esistenza a venire ognuno di noi l’ha sognata da bambino ed è perciò che di fronte a ogni fatto vissuto qualcosa ci avverte oscuramente che l’abbiamo già conosciuto. Ogni nuova esperienza non fa che confermare questa o quella vecchia storia che il cervello, tanto tempo prima, ha raccontato a se stesso durante la notte. Deve essere cosi. Come potrebbe la mente, tomato il giorno, sopportare senza annientarsi lo spettacolo angosciante della realtà, se segretamente non ne conoscesse già ogni piega? L’interminabile ripetersi notturno dei sogni dell’infanzia era necessario alla sopravvivenza: come un’educazione lenta al nulla che inevitabilmente sarebbe venuto. O piuttosto: tutto è già accaduto. E la vita adulta non è che la stiracchiatura di un sogno infantile da tempo finito, il suo lento sbiadire inquieto nel mattino indifferente del tempo.
(Philippe Forest, Sarinagara, Alet edizioni, 2008)


Pensierino. Forest sfugge ad un brutto sogno: la morte prematura della figlia. Si rifugia in tre storie, lontanissime dalla sua cultura e dal suo paese (la Francia): scrive di Kobayashi Issa (il grande interprete dell'arte del haiku) , di Natsume Soseki (lo scrittore "inventore" del romanzo giapponese moderno) e di Yamahata Yosuke (il fotografo delle vittime di Nagasaki). Cosa cerca ? Il Nulla, semplicemente.  



Haiku di Issa


Calma, lumaca : 
            tu scàlalo, il Fuji, 
                      ma senza affrettarti.


[Katatsuburi
          soro-soro nobore
                    Fuji no Hoshi tsuki] 


5 commenti:

  1. noi vediamo e percepiamo ciò che il nostro cervello vuole farci vedere e percepire.
    E il nostro cervello ognin tanto si diverte alle nostre spalle. Anzi, sulle nostre spalle.

    RispondiElimina
  2. Sulle nostre spalle... carina questa, Lorenzo

    RispondiElimina
  3. Grazie, la Dickinson è la mia poetessa preferita.

    L'haiku lo prendo in prestito.

    RispondiElimina
  4. ok Eli, un haiku che va e una Emily che viene -:)

    RispondiElimina
  5. Una sorta di Godot... che non arriva? o che non se ne è mai andato? ... ^_^ . Pensierino proprio gradevole e gradito.

    RispondiElimina

I commenti sono moderati per evitare sgradite sorprese.

Lettera D'Addio di Gabriel Garcia Marquez

  Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tut...