La Fondazione parte con l'idea di fare un concorso dedicato ai diari: nel 2003 il Diario di Giuseppina Croci viene premiato.
Giuseppina Croci vestita con un kimono. |
Il viaggio su un veliero battente bandiera tedesca salpa da Genova il 9 giugno e facendo tappa a Porto Said, Suez, Aden, Colombo, Singapore e Hong Kong, giunge al fine a Shanghai.
Giuseppina su un piccolo quaderno da copisteria con la copertina nera scrive le sue impressioni di questo viaggio che per l'epoca era davvero avventuroso.
Sono osservazioni degli usi e dei costumi degli indigeni miste a commiserazione per le condizioni in cui versavano. Traspare un atteggiamento che oggi definiremmo “colonialista” di Giuseppina, che si sente superiore a questi uomini e donne che vivono come bruti con “le vergogne coperte da un cencio lurido”, che corrono a raccogliere l'avanzo delle noccioline che lei butta dalla nave, che trascinano carrozzelle come uomini-cavallo.
Dopo cinque anni di lavoro, Giuseppina torna in patria e ha accumulato un piccolo gruzzolo (30.000 lire) che le permette di vivere il resto della sua vita in pace, facendo oculati investimenti. L'unica sua preoccupazione al ritorno è di sposarsi con un bell'uomo per “raddrizzare un po' la razza” perché si ritiene brutta e comunque a 32 anni è considerata “vecchia” per l'epoca. E così sposa il buscatese Pietro Ballarati, ufficiale dei carabinieri, un bell'uomo robusto e baffuto (sempre a cavallo) con il quale ha una figlia Carlottina (la maestra), madre di Pierabruna. Giuseppina costruisce la sua casa in Via Villoresi a Buscate e lì si stabilisce fino alla morte avvenuta nel 1954. Per tutti a Buscate Giuseppina Croce è sempre stata la Chinésa.
Il diario passa dalla nonna alla mamma che, da buona maestra, lo corregge con matita rossa e blu e poi questo documento finisce dimenticato in un baule in soffitta. Sarà la famiglia di Gian Piero Villa inquilina nella casa di Giuseppina a ritrovare il diario dopo la morte della Chinésa e a riconsegnarlo alla nipote Pierabruna. La nipote scopre che i racconti della nonna sulla Cina (anzi China, come diceva lei) erano più ricchi di particolari rispetto al testo scritto: c'erano omissioni (volute) su alcune vicende un po' scabrose del viaggio, episodi che erano stati edulcorati, tanti accenni al modo di approcciarsi della nonna che rimanevano un po' sfumati nello scritto e che invece erano ben vivi nei suoi racconti. L'introduzione al libro della nipote Pierabruna arricchisce la lettura del diario della nonna perché racconta altre storie, mette a confronto tre generazioni di donne con le loro diverse sensibilità e aspettative. Insomma una storia dentro la storia.
Il diario di Giuseppina Croci diventerà a Marzo anche uno spettacolo teatrale di e con Nora Picetti e la regia di Laura Casati.
M atu pensa che bella storia...grazie Guglielmo.
RispondiEliminaSempre lettura emozionanti, Grande Guglielmo.
RispondiEliminaUn abbraccio
Maurizio
Prendo nota e lo metto senz'latro nella lista dei libri da acquistare. Grazie. Ho vissuto quattro anni in Cina e ho ancora amici che ogni tanto vado a trovare.
RispondiEliminaSi una bella storia, Laura...
RispondiEliminaMaurizio ci scambiamo emozioni , da un po'...
Nidia, trovi il libri anche da Feltrinelli a 7 € . Ciao e buona lettura.
15 anni dopo Phileas, il tragitto è quello ma le condizioni assolutamente diverse, mi pare di capire...
RispondiEliminaSi Giacinta, il viaggio di Giuseppina è del 1890 con un bastimento a vela ma anche a carbone...
RispondiEliminami piacciono tanto queste storie...
RispondiEliminaAnche a me, Arnica e cerco nel mio piccolo di andare in giro a raccontarle (non solo su questo blog ormai diventato come un vecchio salotto). Guglielmo
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