Si teorizza sulla distanza da tenere tra due persone e sulle convenzioni sociali molto diverse tra occidentali ed orientali che regolerebbero questa materia. A noi italiani viene "imputato" il fatto di essere un po' "appiccicosi", ma è un pregiudizio: basta girare un po' per l'Italia e approcciarsi a persone di di diversa età e classe sociale e si capisce che la situazione è molto variegata, con mille sfumature. Rimane il fatto che la distanza che due persone mantengono (quasi automaticamente) tra loro è uno dei linguaggi non verbali che dicono tantissime cose.
Questa distanza è solo, a mio modesto avviso, solo la punta dell'iceberg: la distanza tra due persone, siano essere conoscenti o estranei, amanti o amici, non si misura in centimetri, ma in sottili atteggiamenti che sfuggono alle "misurazioni" classiche.
Due persone che si amano hanno poi un elemento di "disturbo" : il sentimento "droga" il metro e tanto più si crede di essere "vicini" e tanto più c'è il pericolo di una distanza abissale.
Il problema è quando si "scopre" questa "distanza" e si rimane come interdetti: si comprende in un attimo che i due binari non si incontreranno mai. E forse è giusto così e bisogna solo farsene una ragione.
Qualcuno, in un film, parlava di "giusta" distanza.
RispondiEliminaE' che la "giustezza" di una distanza dipende sempre da chi o da cosa la determina.