mercoledì 18 marzo 2020

Come si sente, signor Campana?

"Come si sente, signor Campana?" mi domanda il dottore quando viene a trovarmi. Con la voce monotona che sempre usa con me. E le sue parole sembrano arrivarmi molto da lontano.
Io al solito rispondo "Non mi sento". E anche se lui storce la bocca in un falso sorriso, io ribatto che è la pura verità. Non è infatti questione di sentirsi bene o male. Non sento me stesso. Quel "signor Campana" a cui allude, non so chi sia.
Laura Pariani, Questo viaggio chiamavano amore, Einaudi, 2015

Questo è un dialogo tra Dino Campana e lo psichiatra Carlo Pariani in una delle visite nell'Ospedale Psichiatrico di Castel Pulci dove il poeta è stato ricoverato. Dino Campana morirà in questo luogo nel 1932.

Laura Pariani ricostruisce a suo modo il viaggio di Dino Campana in Argentina avvenuto presumibilmente tra l'autunno del 1907 e la primavera del 1909. Un viaggio di cui non si hanno tracce se non un timbro sul passaporto del poeta ed un imbarco da Genova per Montevideo, dove il poeta scompare nella pampa. Qualcuno sostiene (Ungaretti) che questo viaggio non ci sia mai stato. Certamente Dino Campana ha cercato sempre di fuggire, vivendo di espedienti e piccoli lavori e girando il mondo, pur di andare altrove, pur di allontanarsi dalla madre e dalle delusioni di un ambiente letterario che non lo capiva (l'esperienza di Firenze con la rivista Lacerba diretta da Giovanni Papini e Ardengo Soffici). 
Questa voglia di "evadere" è così radicale da lo fa evadere anche da se stesso: "Non mi sento" fa dire la Pariani a Campana. 

Pensierino. Quante volte abbiamo avuto la sensazione di "non sentirci", come se la vita fosse di qualcun altro ? Forse è un auspicio, per qualcuno una maledizione.



2 commenti:

  1. leggendo le prime righe, pensavo che tu stessi riportando un dialogo tra te e il tuo medico. E condividevo la tua risposta, perchè in effetti in questi giorni, più che sentirsi bene o male, semplicemente non ci si sente, si sta sospesi, fermi e insensibili.
    massimolegnani

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    Risposte
    1. In effetti... francamente non avevo pensato al parallelo con la quarantena che stiamo vivendo tutti.

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