L’apoteosi dei culi d’Orta
Lodate dunque, culi d’Orta i cieli!
Cularelli innocenti degli asili,
immensi tafanari irti di peli;
culi di tutti i sessi e tutti i stili;
ognuno di voi parli in sua favella,
come le pellegrina rondinella.
(…)
E tu paese mio, Orta, che sogni
tra il lago azzurro e la collina verde,
che, provvido a ogni sorta di bisogni
accogli frati al Monte e in piazza… merde,
esulta, perché il cielo a te propizio
non lasciò mancarti nulla all’orifizio)
(Ernesto Regazzoni da L’apoteosi dei culi d’Orta)
Filastrocca impertinente
Filastrocca impertinente,
chi sta zitto non dice niente;
chi sta fermo non cammina;
chi va lontano non s’avvicina;
chi si siede non sta ritto;
chi va storto non va dritto;
e chi non parte, in verità,
in nessun posto arriverà
Gianni Rodari
Pensierino. Tornato sulle rive del Lago d'Orta incontro di nuovo Ernesto Regazzoni [una lapide lo ricorda nel delizioso giardino del Comune che si affaccia sul lago], più in là sopra Omegna c'è il parco dedicato a Gianni Rodari. Dicono che il Lago d'Orta sia triste, ma ha prodotto due scrittori tutt'altro che malinconici. Sarà forse per reazione, sarà perché tutti e due, pur mantenendo salde radici, ebbero fortuna ben lontano da qui, sta di fatto che ancora oggi ci incantano con la loro leggerezza.
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