lunedì 9 aprile 2012

Tra malìe ed incantesimi, storia di sette donne in uno sperduto paese di montagna


Assistere in provincia ad una presentazione di un libro è una esperienza che consiglio. L'atmosfera si fa intima, subito: a parte l'autore, chi lo presenta e qualche raro spettatore (a volte parente dello scrittore o del presentatore) c'è ben poco pubblico e non di rado si può rischiare il vuoto assoluto. E non è uno svantaggio, anzi. Si può assistere a serate di altissimo livello proprio perché non c'è "ansia di prestazione" da parte dell'autore che si scioglie subito, capisce che è a casa sua, il presentatore e il pubblico stanno decisamente dalla sua parte, sono spesso suoi estimatori, se è uno scrittore "scafato" può permettersi di fare pure il ganassa. Insomma l'atmosfera è quella giusta per parlare a ruota libera. Mi era capitata una sera così alla Biblioteca di Castano Primo tanti anni fa con Carlo Lucarelli ( che, tra parentesi, è un simpaticone, malgrado gli argomenti che usa trattare) e forse ne ho già parlato in un vecchio post (o forse no, ma chi se ne frega, direte!).
Questa è stata la volta della scrittrice (stavo dicendo "nostra" scrittrice, perché è proprio una delle mie parti, quasi una compaesana) Laura Pariani. L'occasione è stata la presentazione del suo nuovo libro che si intitola "La valle delle donne lupo" edito da Einaudi. Il luogo era il Circolone di Legnano, locale storico della cittadina famoso soprattutto per la stagione musicale sempre molto ricca e variegata. Il Circolone è il classico Circolo dopolavoristico di una ex grande realtà industriale come Legnano che vantava aziende "mitiche" come la Tosi, le tessiture e filature De Angeli-Frua, Cantoni, Bernocchi, Dell'Acqua ecc ecc e che ora sono praticamente sparite inghiottite da immense aree di palazzoni e supermercati.
La serata parte bene, in sordina: Laura Pariani è persona assai dimessa, schiva, la prende da lontano, poi butta lì due letture di alcune sue pagine e allora si rimane presi come da una malìa. Ed è di malìe che si parla in questo libro di donne che vivono sole in uno sperduto paese di montagna, dimenticato da Dio e dagli uomini, ma non, appunto, dalla magia antica delle "guaritrici" che sanano la vita anche con la morte.   


La prima pagina

Uno
1928-30
È una vita da poveri sculati per la famiglia di un becchino in un paesino di montagna. Nella valle di ***, infatti, si muore o da piccolini o da vecchioni. E il morire della gente dipende dalle annate. Se il raccolto di patate è cattivo, i casi possono anche essere molti. Se invece è buono, non crepa nessuno. Nessuno è cosí scemo da morire proprio nell’epoca di un buon raccolto. Certo, qualcuno ogni tanto finisce schiacciato da un tronco durante il taglio del bosco o precipita col carro in un fosso; oppure qualcun altro viene mandato all’altro mondo dal calcio di un mulo. C’è anche chi annega nel torrente: la mattina la riàle ha un’acqua cosí scarsa che una capra la berrebbe in un sorso, ma a mezzogiorno è capace di diventare schiumosa e furibonda; per cui capita sempre qualche imprudente che ci finisce travolto... Negli anni che il Marziano definisce «migliori», si arriva perfino a otto nove casi di morte. Che però mica tutti vanno a vantaggio del becchino, purtroppo. Se un pastore, presèmpio, finisce in uno degli orridi dalle parti della cascata, chi lo trova piú? Non ne resta da seppellire neanche un ossicino. Senza contare che c’è anche chi emigra, magari in Germania o addirittura in Mérica, e a quel punto chi s’è visto s’è visto; al massimo di lui ritorna al paese il lusso di un telegramma su una carta rigida che non serve neanche nel ritré. Comunque pochi sono quelli che i becchini chiamano «morti grassi», su cui cresce l’erba baiocchèlla... Certo il Falciatore bussa anche alla porta dei ricconi quando l’è ora: nel qual caso si fa un funerale in pompa, con suono di campane, lettere dorate sulla bara e una mancia speciale per il becchino. Ma è rarità. Di regola si tratta di cerimonie da due soldi. Ché in questa valle di fame baiòsa la vita è sempre stata grama: sette cacciatori, sette pastori e sette boscaioli fanno ventun poverettini a culinfuori. Cosí nella famiglia di un sotterramorti c’è poco da sfogliare verze.

8 commenti:

  1. Pensa, sono di ritorno da un circolo di lettura e trovo te reduce da un incontro con l'autore...

    Molto bella la tua premessa e interessante il contrappunto che si intravede dall'incipit del romanzo tra realtà e surrealtà.

    RispondiElimina
  2. Cara Giacìnta, Laura Pariani è scrittrice ormai affermata e non ha certo bisogno di pubblicità. Il suo esordio con l'editrice Sellerio ("Di corno o d'oro" e "Il pettine") è avvenuto parecchi anni fa e affinando la sua scrittura ha trovato una vena ironica un po' sulfurea che mi piace molto...
    Poi, non so, ci sono scrittori che si sentono "vicini", scatta una affinità ed è raro , almeno per un neofita come me, entrare in sintonia con un autore. Butto lì dei nomi di autori che hanno sempre avuto una risonanza per me: Gesualdo Bufalino, Piero Meldini, Leonardo Sciascia, Romain Gary, Tommaso Landolfi e pochi altri...

    RispondiElimina
  3. Si, ho letto il curriculum dell'autrice dopo aver letto il tuo post ieri a tarda ora ( visto come sono diligente? ).

    Di Romain Gary ho comprato la biografia e un romanzo. Sono lì che aspettano. Tommaso Landolfi piace tantissimo anche a me. Gesualdo è lì che aspetta anche lui, anche se mi ha sempre incuriosito la sua scrittura libera e piena, "grassa" e raffinatissima.
    Di Piero Meldini non so assolutamente nulla. Che mi dici di lui?

    RispondiElimina
  4. Di Meldini consiglierei senz'altro L'antidoto della malinconia (Adelphi, 1996) e di Romain Gary L'angoscia di re Salomone (ma anche lo strepitoso La vita davanti a sé). Bufalino è da leggere tutto partendo da Dicerie dell'untore fino alle Menzogne della notte.
    ciao

    RispondiElimina
  5. Mi hai incuriosito molto, andrò a prenderlo!

    RispondiElimina
  6. è un bel libro, Bat . Grazie per la visita -:)))

    RispondiElimina
  7. E' un libro a parer mio straordinario. Laura Pariani meriterebbe molta più pubblicità e di essere letta da molti. E' davvero una scrittrice con la S maiuscola. Ho avuto modo di conoscerla e posso dire che è anche una bella persona il che di questi tempi è molto raro.
    Prima o dopo ne parlerò anche io
    Grazie

    RispondiElimina

I commenti sono moderati per evitare sgradite sorprese.

Una guida dedicata al mio paese

  Lo scorso anno scolastico ho presentato un progetto alla Scuola secondaria di primo grado (le "medie" di una volta) un progetto ...