La Menegazzi, come tutte le donne sole in casa, trascorreva le ore in uno stato di angustia o per lo meno di dubbiosa e tormentata aspettativa. Da un po' di tempo quel suo perenne favore nei confronti del trillo del campanello s'era intellettualizzato in un complesso di immagini e di figurazioni ossidanti: uomini mascherati, in primo piano, e con le suole di feltro ai piedi; repentine per quanto tacite irruzioni in anticamera; martellate in capo o strangolamento a mano, o mediante apposita cordicella, eventualmente preceduto da "servizzie": idea o parola, questa, che la riempiva di un orgasmo indicibile. Angosce e fantasie miste: con il commento, magari, d'un batticuore improvviso, per un improvviso crac, nel buoi, di un qualche armadio più stagionato degli altri: comunque, anticipate cupidamente all'evento. Il quale, dài e dài, non poté, alfine, di arrivare davvero anche lui. (da Quel pasticciaccio brutto di Via Merulana, Carlo Emilio Gadda)
Pensierino. C'è una sorta di fatale predisposizione psicologica ad un evento molesto? O è una fantasia misogina di Gadda?
Non so se sia comprovato ( o se eventualmente sia provabile ), ma pare che sì, una pre- disposizione agli eventi molesti o funesti ci sia.
RispondiEliminaNon per nulla, anche la saggezza popolare avverte di " non chiamare "
tali accadimenti.
Ma dove finisce la superstizione e inizia ( se mai ci sarà ! ) la scienza?
Il confine, Frida, è molto labile...
EliminaAn vedi Gadda..
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