La mia personale scelta.
Il sogno
Quando gli orologi della mezzanotte elargiranno
un tempo generoso,
andrò più lontano dei rematori di Ulisse
nella regione del sogno, inaccessibile
alla memoria umana.
Da quella regione sommersa recupero residui
che ancora non comprendo;
erbe di botanica elementare,
animali un po’ diversi,
dialoghi coi morti,
volti che in realtà sono maschere,
parole di lingue molto antiche
e talora un orrore non comparabile
a quello che può darci il giorno.
Sarò tutti o nessuno. Sarò l’altro
che ignoro d’essere, colui che ha contemplato
quell’altro sogno, la mia veglia. La giudica,
rassegnato e sorridente.
El sueño
Cuando los relojes de la media noche prodiguen
un tiempo generoso,
iré más lejos que los bogavantes de Ulises
a la región del sueño, inaccesible
a la memoria humana.
De esa región inmersa rescato restos
que no acabo de comprender;
hierbas de sencilla botánica,
animales algo diversos,
diálogos con los muertos,
rostros que realmente son máscaras,
palabras de lenguajes muy antiguos
y a veces un horror incomparable
al que nos puede dar el día.
Seré todos o nadie. Seré el otro
que sin saberlo soy, el que ha mirado
ese otro sueño, mi vigilia. La jurga,
resignado y sonriente.
(Jorge Francisco Isidoro Luis Borges)
Bambino
Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia
legalo con l’intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l’ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell’acqua del sentimento.
(Alda Merini)
Sul ciglio di due abissi
Sempre sul ciglio di due abissi
tu devi camminare e non sapere
quale seduzione,
se del Nulla o del Tutto,
ci abbatterà …
(David Maria Turoldo)
I sass dul Tisin
Sculta i sass dul Tisin quanti storìi
han girà ul mundu
sann di stori ca nanca imaginum
inn stàa den da la tera 'n du l'infernu da foeugu
sul fundu dul mar in mesu ai pess
su i muntagn incantàa da nee
rutulandu pian pian
ul tempu l'é nien
'n da la vita d'un sass ghé nò postu par noeun.
I sassi del Ticino. Ascoltare i sassi del Ticino quante storie / hanno girato il mondo / sanno storie che neanche immaginiamo / sono stati dentro la terra nell’inferno di fuoco / sul fondo del mare in mezzo ai pesci / sulle montagne incantate di neve / rotolando pian piano / il tempo non è niente / nella vita di un sasso non c’è posto per noi.
(Antonio Marchiori)
Sonetto 54
Quanto più bella appare una bellezza
quando s’adorna d’una vita piena:
bella la rosa, e più bella s’apprezza
per quel dolce profumo che l’invena.
Rosa canina ha fiamma d’ugual fuoco
quant’è nel fior di serra, più odoroso:
pari le spine, pari il lieto gioco
d’alito estivo al bocciolo ritroso.
Rosa di campo è bella né pregiata,
vien disamata in boccio, umile in fiore,
sfiorisce a sé. La rosa coltivata
muore soave in suo soave odore:
così di te, giovane bell’amica,
sfiorito il boccio, la poesia ridica.
(William Shakespeare)
Voci tempestate
E tu prendimi, portami con te
come un incendio nelle tue abitudini.
(Mariangela Gualtieri)
Aprile il mese più crudele
Aprile è il mese più crudele, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desidero, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.
L'inverno ci mantenne al caldo, ottuse
Con immemore neve la terra, nutrì
Con secchi tuberi una vita misera
....
(Thomas Stearns Eliot)
Compagnia
Stamattina mi sono svegliato con la pioggia
che batteva sui vetri. E ho capito
che da molto tempo ormai,
posto davanti a un bivio,
ho scelto la via peggiore. Oppure,
semplicemente, la più facile.
Rispetto a quella virtuosa. O alla più ardua.
Questi pensieri mi vengono
quando sono giorni che sto da solo.
Come adesso. Ore passate
in compagnia del fesso che non sono altro.
Ore e ore
che somigliano tanto a una stanza angusta.
Con appena una striscia di moquette su cui camminare.
(Raymond Carver)
Dolore
Dolore, cane dell'anima.
Mansueto ovunque ci segue, e si nutre
ingordo, della nostra vita.
Nel buio e nel silenzio delle notti
latra.
Brani gli buttiamo per chetarlo
di carne nostra.
Non conosce pietà: mugola e addenta.
(Lalla Romano)
Puntualizzazioni
Il mio stare
- scusate la puntualizzazione -
non è come usa dire oggi
depressione.
E' interrogare
senza speranza di risposta
né - dio ne scampi -
attesa di precisazioni.
(Fabrizia Ramondino)
tic, tac
tic, tac, tic, tac, tic, tac
l’èi vöida sta sera de stéle spavènte
la splìnderna ‘nsòni de umori da bèn
che i rùdola come lumàte ‘mbriàghe
pogiàde su ‘l stròf senza pànder susùri
de niènt, de negùni, ‘n le fìzze de ‘n tàser
soléo come arnai a la pàissa, a zirondoi,
sul ciel de ‘n mezdì co na ràgia robàda
tic, tac, tic, tac, tic, tac
el sbrèga la not, ciavàdo, ‘l orlòi
mesùre de passi e batòci smorzàdi
i seména de sbolfri, desidèri che cròda,
la pàlida ombrìa de na luna che möre
‘mpizàndo lumìni su i óri de ‘l bosch
sentà live arènt a ‘ngoràrse stebiàde
lassàde a i mistéri de uno che passa
tic, tac, tic, tac, tic, tac
no ‘l zéde, matìna
no se sfanta la nòt
tic, tac, tic, tac, tic, tac
tic, tac, tic, tac, tic, tac | è vuota la sera di timide stelle | trasloca i miei sogni di umori soavi | che passeggiano come lucciole ubriache | appoggiate sull’oscurità senza un canto | di niente, di nessuno, nelle pieghe del silenzio | leggero come il falco in agguato, in un vortice | nel cielo di un mezzogiorno di un orologio ferito | tic, tac, tic, tac, tic, tac | e strappa la notte, imbroglione, il rintocco | misure di passi e batacchi smorzati | seminano di vampate, desideri cadenti, | la pallida ombra di una luna che muore | attizzando lumini sui confini tra il bosco ed il cielo | seduto lì accanto ad attendere un refolo caldo | lasciato all’impegno di uno che passa | tic, tac, tic, tac, tic, tac | non smette, è mattina | non dirada la notte.
(Giuliano detto diaolin)
Bellissime poesie!Buonn pomeriggio.
RispondiEliminaÈ raro vedere da te post così lunghi ma intensi, complimenti.
RispondiEliminaMaurizio