Scrive Shakespeare da qualche parte: When the light of sense goes out, but with a flash that has revealed the invisible world , cioè, più o meno Quando la luce di senso se ne va, (ma) con un lampo ha rivelato il mondo invisibile.
Da un po' di tempo mi diletto di haiku e più ne leggo e più capisco quanto siano lontani dalla nostra mentalità occidentale. Ultimo trovo in Roland Barthes, L'impero dei segni (uno dei libri miei favoriti e che ho riletto varie volte) un capitolo chiamato TALE che parla appunto di haiku. Cercavo una cosa e ne trovo un'altra che prima non avevo notata o avevo letto con superficialità. E così Barthes mi porta in quell'impero dei segni che tanto ci sconcerta. Come è chiaro, ormai, l'haiku non ha un senso, non esprime sentimenti , non ha scopi didascalici e nemmeno descrive natura ed oggetti. Barthes scrive che è come un "ricciolo grazioso" che si arrotola su se stesso e basta.
L'appropriazione indebita che l'occidente ha fatto dell'haiku, assimilandolo ad un componimento breve, è del tutto gratuita, o meglio, ne ha fatto un'altra cosa.
Eppure rimane questo fascino un po' arcano dell'haiku (anche per noi) e il solo pensiero che una cultura abbia elaborato un segno per descrivere il vuoto , mi inorgoglisce come essere umano, mi fa pensare che c'è qualcosa di grande in noi. Insomma, con Shakespeare, quando il senso se ne va, rimane una scia rivelatrice di un mondo invisibile che per un istante (il tempo del flash) si (ci) illumina.
Mu, il vuoto |
C'è sempre un attimo di luce tra il vuoto della nostra vita e questo non ci fa sentir ciechi d'orgoglio.
RispondiEliminaMaurizio
Un baleno che illumina i limiti della nostra mente.
RispondiEliminaBuongiorno
Cristiana
Non è facile, Maurizio, essere orgogliosi di essere uomini, hai ragione.
RispondiEliminaBuongiorno Cristiana, per fortuna c'è un bel sole oggi dopo due giorni di grigio...
beh, direi che è una scintilla che vale più di un fuoco eterno visto che ci tiene in vita...
RispondiEliminaBuona giornata!
p.s.
grande post!
Temo sia molto più impegnativo commentare il tuo post L'invenzione di Morel... Ci metterò qualche giorno per digerirlo...
RispondiEliminaFai prima a leggere il libro o a vedere il film di Greco. Ho aggiunto poco fa il link. E' pieno di fascino anche se molto lento ( ma a me piace proprio per questo ). :)
RispondiEliminaposso dire che mi piacciono un zacco (sì, proprio con la zeta:) gli haiku che ogni tanto mi regali?
RispondiEliminami piacciono tantissimo gli haiku, sono minuscole storie che suggeriscono altre storie che suggeriscono altre storie che...
avevo pubblicato sul blog dei ladri una piccola raccolta di haiku un po' speciali, quelli di kerouak, se hai piacere puoi leggerli QUI.
e ora come sempre scappo!! però ti lascio un sorriso :)
grazie per la citazione di Shakespeare
RispondiEliminasi diletta di haiku da anni, papavero di campo.
dove sono i tuoi? vorrei leggerli
marina
non "flani" più?
RispondiEliminasempre marina
x Marina. Flano, flano... un po' meno , ma adesso ho tirato fuori la bici -:)))
RispondiEliminaCiao, mi permetto di suggerirti di dare un'occhiata a questo mio post sul MU, sono certo che ti interesserà:
RispondiEliminahttp://dispersioni.wordpress.com/2010/09/10/yasujiro-ozu-le-vide-rien/
Tanti saluti e complimenti da G. Romano (il flaneur del blog dispersioni)