Il testo s'ispira alla biografia del pittore americano Mark Rothko, maestro dell'espressionismo astratto, che alla fine degli anni Cinquanta ottenne la più importante commissione della storia dell’arte moderna, una serie di dipinti murali per il ristorante Four Season di New York.
Il pittore assume un ragazzo di bottega (anche lui con l'ambizione di diventare pittore) che sfrutta come tuttofare. Non vuole che il ragazzo pensi a lui come maestro (non gli insegnerà che tirare le tele e stendere il fondo dei suoi quadri) o come padre (il ragazzo è orfano dei genitori uccisi tragicamente), ma solo esclusivamente come padrone.
Il ragazzo di bottega ingaggia con il maestro un fitto dialogo incentrato sul significato della pittura e sulle generazioni di pittori che si susseguono e scontrano. Mark Rothko è un pittore affermato, ma vede avanzare un'altra generazione con idee diametralmente opposte alle sue. L'espressionismo astratto viene contestato dalla nascente pop art.
ROSSO di John Logan
traduzione di Matteo Colombo
regia di Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña
luci di Nando Frigerio
produzione Teatro dell'Elfo
Teatro dell'Elfo Corso Buenos Aires, 33 Milano
Fino al 28 ottobre 2012
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