Mi imbatto su facebook in un signore che di professione fa l'onomaturgo e potete immaginare che la cosa mi ha incuriosito e allo stesso tempo stupito. Questo professionista infatti dovrebbe "creare o coniare nuove parole" ed è sicuramente una professione interessante anche se non so quanto redditizia. Mi ero fermato a Don Milani che sosteneva che “L'operaio conosce 100 parole, il padrone 1000, per questo è lui il padrone”, ma è una citazione "vetero" che è già stata frettolosamente "rottamata".
Che il nostro vocabolario si sia impoverito è noto (basta pensare che uno dei criteri di scelta dei testi scolastici è la "semplicità" del linguaggio); che sia "arricchito" da parole come "bipartisan", "cartolarizzazione", "esodati" ecc non mi pare migliori la lingua, certamente chiude alla comprensione dentro recinti specialistici (politici, sindacali, professionali); che delle tante parole "in voga" negli ultimi anni alcune siano già sparite è un dato di fatto che certifica il "consumo" (anche) della lingua.
Quindi ben venga l'onomaturgo e speriamo che come primo obiettivo abbia quello di "scoprire" tante parole abbandonate o desuete del nostro vocabolario lasciando perdere spericolati quanto improbabili "nuovi conii".
To guarda.. e pur serve sapere..
RispondiEliminaCiao Guglielmo