mercoledì 24 ottobre 2012

Sproporzionate macchie sulla carta assorbente


LIVIA CANDIANI

Sbaglierei sempre lettera
e all’amico scriverei
da amante e all’amante
scriverei da sola a solo
sbaglierei sempre proporzioni
tra la fronte e la distanza
dal cuore, scriverei
senza registro come i merli
dopo il temporale. come
se le emozioni si facessero
tacito pane venduto in fila
dal panettiere, come
bisbigliare dentro una lettera
incollare e poi spedire
sussurri. sì, molto meglio stare
in silenzio davanti
al foglio bianco, bianco
come carta asciugante
per sproporzionate macchie.

Pensierino. Quando ho voluto scrivere a qualcuno ho sempre sbagliato le parole e alla fine ho imparato a scrivere e tenere per me quello che avevo messo sulla carta. L'ultima lettera "mancata" l'ho scritta per una persona cara, ma non la riceverà. Così limito i danni e un domani qualcuno si prenderà la briga di buttare tutto, senza rimpianto per quelle parole sbagliate.

PS Ringrazio Shadow per il suo Bordello di poesia.

8 commenti:

  1. Prego Guglielmo :-)

    Io son dell'idea che non si sbagliano le parole, si sbagliano semmai i destinatari o le ragioni dello scrivere.
    Certo, un bisbiglio dentro ad una lettera sarebbe più facile, ma non è neppure questo.
    E' che a volte non ha senso. Tutto lì.

    - Shadow -

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  2. Era una trappola Shadow. I commenti sul tuo blog non compaiono e non hai una mail... E quindi una cosa giusta l'ho scritta per indurti al commento e forse a dare una aggiustata al blog. Purtroppo devo dire che i "modelli dinamici" di questa macchina da blog non funzionano e si "mangiano" i commenti. L'ho provato anch'io ed ho desistito. Ciao

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  3. Qualcuno diceva che le parole non dette sono macigni che spezzano il cuore o qualcosa del genere. Ma, a volte, come possono le 21 lettere dell'alfabeto diventare pensieri, emozioni grandi? Grazie Guglielmo

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  4. vero che al limite non sono le parole sbagliate, ma quello che esprimiamo, se non corrisponde al nostro vero se!
    Le parole sono finestre (oppure muri). Introduzione alla comunicazione nonviolenta, Libro Italiano di Bertram Rosenberg Marshall

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  5. Cero Janas, era chiaro che le parole in sé non sono ne giuste né sbagliate... parlavo di pensieri e lettere ... pensandoci bene devo constatare anche che non rileggo mai quelle lettere, quelle mail che hanno provocato equivoci o danni o litigi o altro...

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  6. casualmente mi trovo proprio in questo periodo a fare da intermediario, fra due persone a me vicine, (tra l'altro senza essere poi sicura di averne i requisiti) cosi entrambe mi portano a conoscenza del loro scambi di email e delle loro ragioni; dalle email traspare un serie di accuse, giudizi e colpevolizzazioni, reciproche. Anche se in particolare il rapporto è sul tipo: uno che attacca e l'altro che si difende.
    Al momento nel fare l'osservatore, mi rendo conto che forse sfugge loro la percezione della violenza e del non rispetto che si legge fra quelle parole; cosi oggi ho pensato di chiedere a ciascuno di loro di fare quest'esercizio: rileggere le proprie email sottolineando tutte quelle frasi in cui secondo loro emerge questa violenza verbale, di accuse, giudizio, colpevolizzazione e manipolazione. Insomma sottolineare quelle frase che se non fossimo noi a scriverle ma le scrivesse un altro a noi, ci ferirebbero. Allo stesso tempo sottolineare nelle lettere dell'altro cosa ci ha ferito cercando di andare a capire più profondamente perchè ci feriscono. Questo sarà il mio ultimo tentativo dopo di che, lascerò che risolvano da soli le loro questioni, anche voglio loro un gran bene.

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  7. Conosco, Janas, questi "gorghi profondissimi" di scambi di lettere e mail... Quando si arriva lì tutto è già avvenuto e si balbettano scuse, si cercano giustificazioni ecc ecc
    Buona fortuna a te e a loro !
    ciao

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