mercoledì 2 dicembre 2009

Realtà ed approssimazione

Fantasmi è il secondo racconto della Trilogia di New York di Paul Auster. Un investigatore privato Blue viene ingaggiato da un certo White per seguire Black. Come potete immaginare il gioco dei personaggi è evidente. Blue, diligentemente, pedina Black giorno e notte prendendo un appartamento di fronte al sospettato. Già, ma sospettato di cosa? Blue non lo sa e la vita di Black è talmente ripetitiva e monotona che l'investigatore finisce col cominciare ad aver dubbi persino sul metodo di indagine che sta adottando. Chiede consiglio a Brown (il suo maestro), ma riceve risposte tanto incoraggianti quanto evasive. Eppure...


Eppure l'idea, come una tentazione perversa, non lo abbandona, e Blue deve lottare a lungo con se stesso per sbaragliarla. Ricomincia da capo e ripercorre il caso passo passo. Determinato a fare esattamente ciò che gli è stato chiesto, si affanna per stendere il rapporto alla vecchia maniera, sviscerando ogni particolare con diligenza e pignoleria, tanto che prima che abbia finito passano molte ore. Quando esamina il risultato e costretto ad ammettere che tutto appare esatto. Ma allora, perché si sente cosí insoddisfatto, cosí turbato da quello che ha scritto ? Blue dà un'occhiata alla stanza indugiando su diversi oggetti, uno dopo l'altro. Vede la lampada, e dice fra sé: lampada. Vede il letto e dice fra sé: letto. Vede il taccuino e dice fra sé: taccuino.


Pensierino.  Blue "stende rapporti" e non è sicuro che le "parole funzionino" a dovere. E' il "mistero" della scrittura e della sua "aderenza" alla realtà. Ciò è "vero" per la scrittura scientifica, come per la poesia. La scrittura è una "approssimazione" alla realtà oppure, se volete, la realtà è una approssimazione tout cour.

1 commento:

  1. Molto bello!

    Una delle indicazioni che, per quello che ne ho capito, considero centrali dei discorsi che sono stati tramandati di Buddha, è all'incirca questa: Fa in modo che in quello che è visto ci sia solo ciò che è visto, in quello che è udito solo ciò che è udito, in quello che è percepito solo ciò che è percepito - quando ciò accadrà, tu non sarai più né qui, né lì, né in entrambi.

    Poi c'è da vedere se - vedi i dubbi dei bambini delle elementari di Fabio - entrambi è singolare o plurale.
    :-)

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