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Lettera D'Addio di Gabriel Garcia Marquez
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lasciare, in un luogo nascosto, piccole bolle incolte dove i pensierini crescano senza vincoli né forbici
RispondiEliminaasciugando le parole ne resta il nocciolo
RispondiEliminaè come svestirsi di orpelli
è la poesia
l'anima non si essica, l'anima è essenziale e nuda
Prendo nota del suggerimento di fare un "giardino nascosto" dei pensierini (ho capito bene Aria?) e quello di rinsecchirli ancora di più (fino a farli diventare sottilissima polvere, Shadow?) -:)
RispondiEliminaoppure ti ritroverai con l'anima libera da inutilità, e quindi più leggera :)
RispondiEliminaa volte penso che quando scriviamo con l'anima ( e non con l'Io) beh..il contenuto è già bello che distillato...
RispondiEliminaa volte diventa quasi ermetico quando lo rileggiamo fuori dal quel momento di estasi...
è l'Io che lo riempie di inutili fronzoli, se gli permettiamo di metterci bocca!!
Il rischio è che a suon di limare e ridurre all'essenziale diventiamo incomprensibili.
RispondiEliminax Ilsoprammobile, Janas e Angelo Azzurro... è una questione, quindi di sottile equilibrio. La cosa mi piace, assai -:)))
RispondiEliminaChe bello, sembrava di essere in un bosco tra gli alberi da abbattere per far posto a nuovi virgulti. Farlo con le parole ed i pensieri è sicuramente più difficile, si rimane invischiati nei pasticci dell'anima.
RispondiEliminaBuona giornata.
Era meglio che non leggessi. Stavo così bene, così ignaro, così ingenuo, col caffè di là che traboccava spumeggiante - meno male, così almeno son dovuto andare a spegnere il fuoco, il corpo mi ha preso, portato via nel movimento d'alzarmi e andare, tratto in salvo proprio mentre stavo piombando dal basso su quelle parole - scritte a mano, poi! Grazie, grazie, mio corpo, mio essere sapiente, grazie amico mio - lo so, lo so, tu conservi memoria del volto che avevo appena nato, tu conservi memoria del volto che avevo prima di nascere, sei il mio custode, il mio angelo fedele - io... forse me la cavo, forse ho smesso di tradirti quando ho capito che non è vero che all'inizio era il verbo - e che, siamo figli delle parole?
RispondiEliminaMi taccio, subito - non so se ho fatto in tempo: meno male che intanto, mentre andavo di parola, andava la tua musica.
no, insisti !
RispondiEliminaTemo sia una tirata di orecchi quella di Rom (supportato da Giardigno). E' una coincidenza che abbia pensato anch'io alla celebre frase della Genesi "all'inizio era il Verbo" in questi giorni, ma in una direzione totalmente diversa da quella del mio commentatore. La parola (=il verbo) è (anche) nell'uomo, lo è allo stesso modo della sua carne e va "curata" come il resto. La ricerca dell'essenziale (che è verità) è uno degli obiettivi della mia vita. Borges nella sua poesia Elogio dell'ombra parla della "chiave" per scoprire chi veramente siamo. Una pretesa (la mia -modesta-oltre a quella di Borges-assai più autorevole-)? Forse. Non ho trovato di meglio...
RispondiEliminaUn caro saluto a tutti e due -:)
io sono logorroica, non riuscirei mai a seguire una tale direzione, sbagliata o giusta che sia ... Mat
RispondiEliminase riduciamo i pensieri a polvere sottilissima rischiamo che ci scivolino tra le dita.
RispondiEliminaintendevo qualcosa che somiglia più al tuo ultimo commento: la ricerca dell'essenziale.
ricordo Montale "vorrei essere scabro ed essenziale" ed è in questo la mia vera ed unica essenza e quindi mia verità, oltre quello, siamo "tutti d'un pezzo" senza essere nessun intero, nessun nocciolo.