Quando si diventa molto anziani (o forse prima ! Non l'ho ancora sperimentato di persona...) ci sono solo due tempi: il presente, anzi l'ora immediato, e il passato. Il resto si è perso nelle pieghe (160 km di neuroni, dicono) di quella modernissima/antichissima e delicata macchina che è il cervello.
Il presente è incombente, scomodo, rattrappito nella non azione, nell'impossibilità di fare la gran parte delle cose che si sono sempre fatte nella propria vita. Il passato è remoto non è l'ieri, è molto più indietro, dalle parti dell'infanzia, nella vita che sembra di un'altra persona, di altri che pure ci somigliano lontanamente, non più la propria vita che è l'oggi , l'adesso, rappreso.
"Dammi un po' di frutta, C...."
"L'hai mangiata a pranzo, mamma"
"Possibile ?"
"La mia non era una domanda, ti sto dicendo che l'hai mangiata un'ora fa"
"Non è vero..."
Il passato prossimo è già scomparso e rimane la voglia di frutta, ora...
si, è una giusta intuizione la tua. Il futuro, un po' latitante - per ovvi motivi -, si ritira con tutta la corte delle aspettative e il presente, imperioso, detta legge.
RispondiEliminaBeh la frutta è sempre importante nella dieta..o no?
RispondiEliminaAl momento la quota di volte ripetute della mia mamma è due, almeno due volte mi deve dire tutto ehehe e io già brontolo.
RispondiEliminaMi ricordo le conversaziondi con nonno che erano del tipo: ( tutte in dialetto però)
tu chi sei?
sono la figlia di gabriele nonno?
e gabriele chi è?
nonno sono io!
ah sei tu....
da un bacio al nonno allora :-)
questo più o meno ogni volta che mi vedeva....e si aggiungeva un...cosa mangi? me ne dai un pochino...
che ricordi...
buon anno guglielmo